domenica 7 giugno 2009

I Comuni del basso lodigiano - Guardamiglio





Chiesa di San Giovanni Battista

Il centro, situato nella zona periferica di una grossa città romana (PC) e lungo una grande via di comunicazione, anticamente doveva essere solo un agglomerato rurale, una delle tante stazioni per il cambio dei cavalli, all'epoca aveva sicuramente una certa rilevanza, anche se non restano testimonianze. Di quel periodo si sa che il comune è rimasto legato alla storia della vicina città di Piacenza, fino alla costituzione della Repubblica Cisalpina nell'anno 1797, in cui venne annesso al territorio lodigiano, insieme agli altri comuni situati alla sinistra del Po.L'etimologia del toponimo, è stata ricondotta da alcuni al console Lucio Emilio e ricorderebbe il suo valore nel domare una ribellione dei galli, già soggiogati nel 224 a.C., da allora in poi il luogo si sarebbe denominato "ardor Aemilii", e per correzione fonetica Guardamiglio. Un'altra ipotesi invece fa derivare il nome del paese dalla distanza che lo separava da Piacenza, cioè da "ad quartum miliarium"; ma potrebbe anche essere valida la semplice ipotesi della descrizione del luogo i cui dintorni erano un tempo coltivati a miglio, ne sarebbe la prova lo stemma raffigurante un gambo di miglio.Nell'anno 725, il re longobardo Liutprando donò tutto il territorio circostante Guardamiglio al monastero degli Agostiniani di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, i quali furono costretti a venderlo per debiti nel 1225. In tale data il paese passò sotto la giurisdizione del comune di Piacenza, ma alla fine del secolo venne ceduto al conte Ubertino Landi, signore di Caselle Landi, di nobile famiglia ghibellina. Guardamiglio si trovò così coinvolto nella travagliata storia piacentina, di cui furono protagoniste le casate dei Landi e degli Scotti.Per tutto il 1300 i Landi, furono soggetti ai Visconti che dominarono Piacenza fino alla morte dell'ultimo signore Filippo Maria, nel 1447. Ai Visconti succedettero quindi gli Sforza, che riconfermarono ai Landi il possesso di Piacenza e di conseguenza anche quello di Guardamiglio.Nel 1500 la città cadde sotto l'esercito francese di Luigi XII, quindi se ne impossessò papa Giulio II. Anche il suo successore Leone X tentò con ogni mezzo di conservare il ducato, appoggiandosi ai fiorentini e agli spagnoli interessati a contrastare l'influenza francese. Dopo alterne vicende i francesi si ritirarono e Leone X finì con l'avere la meglio. Il rafforzamento del governo papale favorì naturalmente anche il passaggio delle terre circostanti in mano a famiglie a lui devote. Fu così che feudo di Guardamiglio passò dai Landi agli Scotti. Estintosi il ramo degli Scotti, probabilmente nella metà del XVII secolo, il feudo venne concesso a Giovanni Nicelli, col titolo di conte.Il piccolo centro appartenne politicamente al Ducato di Piacenza, e fu solo con la conquista napoleonica che il confine politico tra il piacentino e il lodigiano coincise di nuovo con quello naturale geografico.Il 7 maggio 1796 avvenne qui il primo combattimento su terra lombarda fra i soldati repubblicani condotti dal Bonaparte e gli Austriaci agli ordini del generale Beaulieu. Memorabile fu l'inondazione dell'ottobre 1907, quando l'argine del fiume si spezzo di fronte all'abitato di San Rocco al Porto. I sanrocchini allora, tentarono una spedizione per tagliare l'argine ed aprire alle acque un nuovo sbocco, che avrebbe forse salvato il loro paese, ma inondato Guardamiglio. A quel punto tutti i contadini di Guardamiglio accorsero per difendere il loro paese, dopo una violenta zuffa, quelli di San Rocco dovettero rinunciare a salvare il loro territorio a spese altrui.

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