venerdì 19 giugno 2009

San Donato - Il popolo di Internet si schiera compatto: «Salviamo la cascina»

Internet diventa ancora una volta teatro di una vera e propria mobilitazione per salvare l’antico patrimonio sandonatese di cascina Ronco.

Dopo la raccolta di firme on line degli anni scorsi, che fu ospitata sulla rete civica Recsando, il patrimonio sandonatese di proprietà di un’immobiliare, che è gestito da oltre 70 anni dalla famiglia Villa, è sbarcato su Facebook, il noto social network, coinvolgendo molti frequentatori della rete che non vogliono rassegnarsi alla trasformazione di un gioiello rurale in un complesso residenziale. In poco tempo sono stati totalizzati 400 contatti. Nonostante per il momento rimanga chiusa al pubblico, la cascina è riuscita ancora una volta a conquistarsi molte simpatie di persone che vorrebbero per quella struttura un futuro in continuità con la tradizione. Come ricordano gli imprenditori agricoli, nonostante le traversie degli ultimi tempi, l’attività in cascina, come vuole anche la stagione, è più intensa che mai. Sebbene la proposta di sviluppo immobiliare che nei mesi scorsi sarebbe stata avanzata dalla proprietà al comune stia creando un clima di incertezze, c’è la determinazione ad andare avanti. Prosegue infatti a pieno ritmo il lavoro nei campi immersi nel Parco Agricolo Sudmilano, in base ad un fitto calendario che non si è mai interrotto. Unico segnale negativo per il momento rimane la chiusura dei cancelli al pubblico, richiesta dalla proprietà per questioni di sicurezza, che ha interrotto la sequenza di iniziative del “Teatro di stalla”, attivo nel recente passato proprio all’interno della struttura. Potrebbero essere effettuati quegli interventi di recupero di alcune parti, ma prima di tutto occorrono certezze sul futuro, che al momento non ci sono ancora. Certo è che la cascina ha molti “amici” ed è al centro di una rete di relazioni spontanee che sono cresciute nel tempo, grazie all’ospitalità, che non è mai mancata. La dimostrazione è ancora una volta arrivata puntuale, con i messaggi di Facebook, nei quali si chiede appunto la conservazione a fini agricoli dell’antico complesso rurale. Fonte: Il Cittadino

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