ROMA - Che anno quel 1965 in cui cambio' la musica, il modo di ballare e di vivere, oltre che i rapporti con la generazione precedente, dei giovani italiani. A febbraio apre a Roma il Piper, subito diventato simbolo e cuore del movimento Beat; a giugno arrivano i Beatles col celebre concerto all'Adriano; a ottobre alla radio debutta Bandiera Gialla con Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, una delle più celebri trasmissioni del dopoguerra e che portò l'eco di quelle novità in tutto il paese.
"A questo si aggiunge che nel 1967 arrivano i Rolling Stones e nel '68 Jimi Hendrix, ma io ho voluto indagare gli anni prima della contestazione, cosa era gia' cambiato nel modo di essere e divertirsi dei ragazzi, prima dell'impegno politico e poi della stagione della violenza", spiega Corradio Rizza che, col fratello Luigi, regista, ha realizzato i 2 Dvd 'Beat Parade' per l'Istituto Luce e Wax Production, che arriva oggi nei negozi distribuito da Homevideo.Per dare un'idea di come vennero accolte quelle novità, ecco che il secondo Dvd raccoglie numeri della Settimana Incom o Radar dell'epoca (notiziari proiettati nelle sale prima dei film). Così, dopo aver mostrato i ragazzi in un locale che "ballano dimenandosi da soli" illuminati dalle luci stroboscopiche, il servizio si chiude commentando: "a chi dobbiamo rivolgerci, alla neuro o alla nettezza urbana?". Il documentario del primo Dvd, Beat Parade appunto, che sfrutta il grande repertorio dell'Istituto Luce e ha una bella colonna sonora dal sapore anni Sessanta grazie a cover band di oggi, "non è stato facile da realizzare, spiega Rizza, "perché la catalogazione è fatta con i criteri di quegli anni e non con l'ottica di oggi: il servizio su Hendrix ha come semplice e anonima etichetta 'Arrivo cantante rock a Roma', che ho trovato cercando attorno alla data del suo concerto, mentre risultano solo come 'scene discoteca' le varie riprese al Piper, dove debuttano gli antenati dei Dj".Ecco comunque che vediamo sfilare, con i Beatles e Hendrix, anche i Rokes, l'Equipe 84, Patty Pravo, Caterina Caselli, Mal e i Primitives, i Nomadi, i New Dada, Mita Medici, Marina Marfoglia, Romina Power, Tito Schipa Jr. oltre Mary Quant e molti altri personaggi, commentati e introdotti da Renzo Arbore, ospite speciale e guida di quel periodo di cui fu uno dei protagonisti. Allora nascono i primi conflitti e le prime proteste dei giovani, che trovano grande riscontro e ospitalità nelle riviste dedicate ai teenager (da Big a Ciao amici), in particolare all'interno delle rubriche di corrispondenza con i lettori, dove si parla di problemi amorosi, ma anche di controllo delle nascite, di sesso, di scontri con le famiglie. Dal 1965 in poi - ricorda sempre Rizza, "come un tam tam, l'onda Beat si diffonde da Roma a Milano, da Viareggio a Riccione, da Nord a Sud, isole comprese. Ragazze in minigonna, con cinturoni di cuoio e capelli con la frangetta. Ragazzi in pantaloni di velluto a coste, con stivali a punta e pettinature, che si rifanno a quelle dei Beatles. E' l'epoca del Juke-box, dei ragazzi Yé-Yé e dei Capelloni. La musica e le mode sono cambiate e anche il mondo sta cambiando. Ma io e mio fratello abbiamo voluto, in quest'anno in cui si è ricordato in tutti i modi cosa fu il 1969, vedere cosa c'e stato prima, quando ancora la protesta era solo espressione della propria libertà e personalità e c'era una gran voglia di divertirsi". Fonte: Ansa.it
"A questo si aggiunge che nel 1967 arrivano i Rolling Stones e nel '68 Jimi Hendrix, ma io ho voluto indagare gli anni prima della contestazione, cosa era gia' cambiato nel modo di essere e divertirsi dei ragazzi, prima dell'impegno politico e poi della stagione della violenza", spiega Corradio Rizza che, col fratello Luigi, regista, ha realizzato i 2 Dvd 'Beat Parade' per l'Istituto Luce e Wax Production, che arriva oggi nei negozi distribuito da Homevideo.Per dare un'idea di come vennero accolte quelle novità, ecco che il secondo Dvd raccoglie numeri della Settimana Incom o Radar dell'epoca (notiziari proiettati nelle sale prima dei film). Così, dopo aver mostrato i ragazzi in un locale che "ballano dimenandosi da soli" illuminati dalle luci stroboscopiche, il servizio si chiude commentando: "a chi dobbiamo rivolgerci, alla neuro o alla nettezza urbana?". Il documentario del primo Dvd, Beat Parade appunto, che sfrutta il grande repertorio dell'Istituto Luce e ha una bella colonna sonora dal sapore anni Sessanta grazie a cover band di oggi, "non è stato facile da realizzare, spiega Rizza, "perché la catalogazione è fatta con i criteri di quegli anni e non con l'ottica di oggi: il servizio su Hendrix ha come semplice e anonima etichetta 'Arrivo cantante rock a Roma', che ho trovato cercando attorno alla data del suo concerto, mentre risultano solo come 'scene discoteca' le varie riprese al Piper, dove debuttano gli antenati dei Dj".Ecco comunque che vediamo sfilare, con i Beatles e Hendrix, anche i Rokes, l'Equipe 84, Patty Pravo, Caterina Caselli, Mal e i Primitives, i Nomadi, i New Dada, Mita Medici, Marina Marfoglia, Romina Power, Tito Schipa Jr. oltre Mary Quant e molti altri personaggi, commentati e introdotti da Renzo Arbore, ospite speciale e guida di quel periodo di cui fu uno dei protagonisti. Allora nascono i primi conflitti e le prime proteste dei giovani, che trovano grande riscontro e ospitalità nelle riviste dedicate ai teenager (da Big a Ciao amici), in particolare all'interno delle rubriche di corrispondenza con i lettori, dove si parla di problemi amorosi, ma anche di controllo delle nascite, di sesso, di scontri con le famiglie. Dal 1965 in poi - ricorda sempre Rizza, "come un tam tam, l'onda Beat si diffonde da Roma a Milano, da Viareggio a Riccione, da Nord a Sud, isole comprese. Ragazze in minigonna, con cinturoni di cuoio e capelli con la frangetta. Ragazzi in pantaloni di velluto a coste, con stivali a punta e pettinature, che si rifanno a quelle dei Beatles. E' l'epoca del Juke-box, dei ragazzi Yé-Yé e dei Capelloni. La musica e le mode sono cambiate e anche il mondo sta cambiando. Ma io e mio fratello abbiamo voluto, in quest'anno in cui si è ricordato in tutti i modi cosa fu il 1969, vedere cosa c'e stato prima, quando ancora la protesta era solo espressione della propria libertà e personalità e c'era una gran voglia di divertirsi". Fonte: Ansa.it
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