Stanno tornando tutte al loro posto. E presto le 3mila canne dell’organo della basilica dei Santi Antonio abate e Francesca Cabrini torneranno a diffondere le note di un tempo allietando le liturgie. Battute finali per il restauro di uno dei più antichi organi del Lodigiano affidato alla ditta Tamburini di Crema. Per il recupero del prezioso strumento della basilica di Sant’Angelo, il Pirellone ha stanziato 36.848 euro, di cui 9mila euro a fondo perduto e la parte da restituire in dieci anni a tasso agevolato. A presentare domanda di finanziamento al Pirellone, era stata la stessa parrocchia che, avuta notizia del bando, si è fatta avanti con la speranza di coprire almeno parzialmente i 50mila euro necessari a risanare lo strumento ammalorato, la cui data di nascita risale alla Pasqua del 1808. Dopo il primo intervento di restauro del 1856, lo strumento non è stato più toccato da lavori fino al 1938, anche l’anno in cui è stata completata la chiesa parrocchiale. In queste settimane ultimati i lavori di recupero sulle canne dell’organo nei laboratori di Crema, è iniziato il trasferimento a Sant’Angelo. Ognuna delle 3mila canne è stata ripulita e ove necessario riparata. Solo successivamente agli interventi, si è provveduto alla verifica sui suoni. Ora è tempo che tutte le parti dello strumento, smontato pezzo per pezzo, tornino al loro posto. Un’operazione delicata che, dovrebbe impiegare l’azienda ancora per qualche mese. L’auspicio, in parrocchia, è che le note possano tornare ad allietare le celebrazioni liturgiche in occasione della festività del Santo Natale. E anche chi quell’organo lo suona, come Roberto Milani, si augura di poter presto tornare a mettere le mani sugli antichi tasti, «magari per un concerto di inaugurazione in occasione del Santo Natale».
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