mercoledì 14 luglio 2010

I Comuni del sud Milano - Arluno

Cascina Frisasca, al confine tra Arluno e Parabiago, nel Parco del Roccolo (nella foto) - Con molta probabilità il nome Arluno deriva dal latino Ara Lunae (altare della luna), di origine latina o addirittura celtica; a parziale conferma della presenza di un insediamento di epoca romana, nel 1951, vennero ritrovate oltre duecento monete di rame e resti di vasi risalenti al II secolo, oltre ad urne cinerarie. Dal Liber Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero, apprendiamo che l'abitato, intorno al 1200, disponeva di tre piccole chiese che si stagliavano lungo l'abitato. Ciò porta ad ipotizzare una consistenza abitativa ipotizzabile intorno alle 400 unità; mentre la più antica iscrizione si rintraccia su una formella sul lato orientale della chiesa in cui è incisa, in cifre romane la data MCCCCLV-/-dm (anno domini 1455). Al primo Rinascimento, risalirebbe invece la presenza di un primo antico cortile che svolgeva essenzialmente il ruolo di centro commerciale ed amministrativo del paese e come tale era detto Bruett (quasi ad imitare nell'assonanza il ben più famoso "Broletto" milanese), che venne costruito per ordine della famiglia Litta, che si era distinta nel periodo medioevale come una delle più ricche e potenti del posto, in particolare per l'attività fondiaria. Fu feudo della famiglia Pozzobonelli, e uno dei suoi più illustri appartenenti, il cardinale Giuseppe Pozzobonelli, nonché vescovo settecentesco di Milano, incaricò l'architetto Giulio Galliori di ricostruire, nel 1775, la sobria chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Personaggi di rilievo calcarono il suolo arlunese: Giuseppe Parini trascorse alcuni momenti di svago a Villa Marliani e poi a Villa Taroni e Silvio Pellico, in qualità di precettore, fu ospite a lungo del conte Luigi Porro-Lambertenghi nel Palazzo Pozzobonelli. Nella prima metà dell'Ottocento, iniziò l'attività industriale che consisteva essenzialmente nella presenza di filande lungo il territorio comunale, per la lavorazione della seta e del cotone, attività che venne affiancata dal diffondersi intensivo dell'allevamento del bestiame da latte. La conseguente crescita edilizia, favorì lo sviluppo dell'abitato, che ad ogni modo ancora oggi conserva nel centro storico l'impianto seicentesco.
I boschi e le campagne a nord del comune, verso C.na S. Giacomo, C.na Passerona, C.na Poglianasca e C.na Frisasca, fanno parte del Parco Agricolo Sovracomunale del Roccolo. Istituito nel 1991 tra i Comuni di Parabiago, Busto Garolfo, Casorezzo, Arluno, Canegrate e Nerviano (solo dal 1997), riconosciuto tale nel 1994 dalla Regione Lombardia, si estende per circa 15.000.000 di m2, ed è atto alla difesa di fauna, flora e attività agricole locali. Viene caratterizzato dalla presenza di specie arboree autoctone (quercia, ciliegio, pino silvestre) ed altre specie introdotte dall'uomo (robinia, castagno, quercia rossa, prunus serotina). Attualmente è in progetto una sua estensione fino all'Oasi WWF del bosco di Vanzago.

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