martedì 18 gennaio 2011

Vizzolo - «In tre anni rifaremo tutto il Predabissi» - Il nuovo direttore generale dell’Azienda ospedaliera annuncia i suoi primi obiettivi per l’area del Sudmilano - «Nella seconda metà del 2011 via al cantiere del pronto soccorso»

Parte con 240 milioni di budget e un ospedale da ribaltare come un calzino. In tre anni, il presidio di Vizzolo avrà un dipartimento per l’emergenza urgenza, una risonanza magnetica da un tesla e mezzo, 8 nuove sale chirurgiche, un reparto di rianimazione all’avanguardia, un laboratorio analisi rifatto e un nuovo centro per i prelievi. A prometterlo, portando a termine i cantieri in progettazione dal 2008, uno avviato il primo dicembre, è il neo direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Angelo Cordone. Cinquantasei anni, originario di Teramo, vive con la moglie a Legnano, mentre dei suoi 4 figli, sparsi per l’Italia, neanche uno ha scelto di seguire le orme del padre e fare il medico: hanno preferito l’area chimico farmaceutica e l’ingegneria energetica. Il manager si è laureato nel 1980. Gli inizi del percorso professionale l’hanno visto medico condotto in un piccolo comune dell’Appennino teramano. Nel 1986 si è specializzato in igiene e medicina preventiva e, nel 1990, in malattie infettive e tropicali presso il policlinico Gemelli di Roma. Dal 1992 ha ricoperto ruoli apicali in sanità pubblica, in regione Abruzzo, sino al 2001, quando è stato chiamato alla direzione sanitaria e successivamente generale presso l’Asl di Pescara. Fin dal 1996 ha svolto attività accademica come professore a contratto, presso la scuola di specializzazione di igiene e medicina preventiva all’Aquila e, in seguito, fino al 2006, presso l’università di Chieti. Nel 2007 è sbarcato in Lombardia, con la nomina a direttore sanitario presso l’Asl della provincia di Milano 1, alla quale è seguita, nel 2008, prima di approdare a Vizzolo, quella di direttore sanitario all’Azienda ospedaliera di Legnano. Dottore quali sono i suoi primi passi? «Sono arrivato il 2 gennaio, sto cercando di conoscere la realtà. Ho fatto un giro ricognitivo nelle strutture, ho incontrato il collegio di direzione, i primari, le caposala, mentre presto riunirò anche i capidipartimento, per capire quali sono i problemi presenti e avere uno spaccato della situazione. Tutti gli ospedali hanno una loro vocazione che va rispettata, lavorando in rete, in collaborazione con i medici di famiglia. In tutta la regione sono stati assegnati 1100 posti per ammalati sub acuti, 60 dei quali da noi. Sono convinto che si debbano, in generale, affrontare nel modo più corretto possibile le patologie croniche, che generano, spesso, in Italia, ricoveri inappropriati al pronto soccorso».Ha degli altri appuntamenti in programma?«Il 26 mi presenterò ai primi cittadini, in occasione della conferenza dei sindaci e illustrerò il documento di programmazione. Sto già incontrando, intanto, i sindaci dei territori sui quali insistono gli ospedali. Domani (oggi, ndr) incontro il collegio sindacale, poi le organizzazioni sindacali, mediche e del comparto. Il 24, invece, ho un appuntamento con tutte le associazioni di volontariato. L’Azienda ospedaliera non potrà mai farne a meno».Vi siete già fatti un’idea di quali sono i principali problemi del presidio di Vizzolo? «Se me la fossi fatta non sarei un umano».I suoi primi obiettivi?«Numerosi sono gli investimenti di regione Lombardia per il rilancio di questa azienda: tra due mesi, circa, dopo la realizzazione delle opere strutturali, entrerà in funzione la risonanza magnetica, che ci farà fare un grosso salto di qualità. Introduciamo anche il sistema per la lettura radio-diagnostica veloce, computerizzata. Sempre a Vizzolo, è previsto il rifacimento del laboratorio, il nuovo dipartimento per l’emergenza urgenza, con 8 sale operatorie e la rianimazione, il Cup, i poliambulatori, l’area dialisi e la messa in sicurezza dei reparti di degenza. Si tratta di una rivisitazione importante».I lavori quando termineranno?«Sono partiti l’1 dicembre con la ristrutturazione del laboratorio, del punto prelievi e dell’area dialisi alla palazzina ex infettivi. Nella seconda metà dell’anno, parte anche il cantiere del pronto soccorso e in tre anni si chiude. Vengo da Legnano dove abbiamo trasferito un ospedale, rispettando il cronoprogramma. Spero quindi di portare a termine il restyling anche a Melegnano. Sono deciso in questo». Il suo incarico durerà 5 anni.«Sì, avremo una verifica tra 18 mesi e un’altra dopo 36. Non mi è mai capitato di essere licenziato prematuramente. Lavoro 12 ore al giorno, senza trascurare il sabato e la domenica».Qual è il suo motto?«Questa parola mi ricorda gli anni 60 e 70. Se vuole, posso dirle che quello che mi piace molto è ascoltare le persone per capire i problemi e risolverli insieme. Credo molto poi nella comunicazione, è un mezzo che ci consente di dialogare con i cittadini».Anticipazioni sulle nomine alla direzione sanitaria e amministrativa?«Stiamo esaminando i profili e portando avanti i colloqui. Credo che bisognerà aspettare la fine del mese per avere dei nomi. Voglio una squadra di governo che sia in grado di dare delle risposte concrete al territorio. Per quanto mi riguarda voglio essere presente in tutte le sedi ospedaliere, per capire i problemi e dare delle risposte coerenti».Fonte: Il Cittadino

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