È fuggito dall’inferno di Fukushima. Ma spera in cuor suo di riuscire a tornare, quando là la situazione sarà migliore. A meno che sua moglie non si convinca a lasciare il Giappone, dove è dovuta restare, in quanto primogenita, per accudire i genitori anziani. Ennio Paleari, 38 anni, di Lodi, è un fiume in piena. È rientrato sabato da Malpensa, ma all’aeroporto non c’è stato bisogno di controllare la radioattività sui vestiti. Paleari ha nelle ossa ancora i movimenti delle scosse telluriche dell’11 marzo. Anche adesso che è tornato nella casa di famiglia, in viale Milano, il minimo rumore per lui rappresenta un segnale di pericolo. Il suo primo viaggio in Giappone è stato nel 1986, per praticare Aikido. Poi è ritornato ancora, altre volte, fino a quando, sei anni fa, è diventato direttore di un ristorante italiano, si è sposato con una ragazza giapponese e ha messo radici a Tokyo. Si trovava proprio lì, nel suo palazzo di 13 piani, quando è scoppiato il finimondo. «Ero abituato ai sismi - racconta -, ma si era trattato sempre di “dondolii” più che di terremoti veri. Questa volta ho capito come i fenomeni naturali siano superiori alla forza dell’uomo. Ero sdraiato e il letto ha iniziato a saltare, ho cercato di alzarmi in piedi per uscire, ma non riuscivo a camminare. Ho avuto paura di morire. Ho sentito un rumore assordante, terribile. Tanto che adesso sono diventato paranoico». Subito dopo la prima scossa, ne è arrivata una seconda e poi un’altra e altre ancora nei giorni successivi, tutte di circa 6 gradi della scala Richter. «Ho avuto la sensazione che il palazzo si aprisse in due - racconta -, ma il portinaio mi ha detto, sicuro più che mai. “Questo palazzo non crollerà mai”. Eppure, tutti gli edifici di Tokyo ondulavano come bandiere. Accendevo il televisore e si vedevano i morti portati via dallo tsunami, in diretta. Era impressionante». Quando la centrale di Fukushima è esplosa, Ennio non ce l’ha fatta a resistere. «L’ambasciata italiana ha detto che dovevamo evacuare - spiega -; Tokyo ha 20 milioni di abitanti censiti, ma ogni giorno ne arrivano altrettanti. Non si può aspettare che il governo dica: “Adesso siamo nel caos totale, dovete evacuare”. Far uscire 40 milioni di persone tutte insieme è impossibile». Martedì è partito per Osaka e sabato ha preso un volo gratis organizzato dall’ambasciata italiana che l’ha portato a Malpensa. Il nucleare è sempre stata una sua ossessione. «Mio zio lavorava vicino a Caorso - racconta - e mi ricordo che quando passavamo di lì mi diceva: “Questa è la centrale nucleare”. Per me era qualcosa di oscuro già da allora e la paura si sommava a quella generata dall’incidente di Seveso. È impossibile stare in Giappone e avere la percezione esatta di quello che sta accadendo. Là non c’è allarme, le comunicazioni sono fredde, telegrafiche. Riuscire, anche se parlo il giapponese, a capire le informazioni scientifiche in un linguaggio diverso non è semplice. Anche l’intervento fatto a Fukushima ha dell’incredibile. Avrebbero dovuto coprire tutto con il cemento e impedire alle radiazioni di uscire; il loro orgoglio smisurato, invece, non gli consente di accettare il fallimento e la popolazione ne paga le conseguenze». Paleari stava per aprire anche un’attività di importazioni di prodotti alimentari italiani, ma ora è tutto fermo. «Se riesco a portare mia moglie a Lodi, vediamo il da farsi - dice - altrimenti tornerò a Tokyo. Mi dispiace abbandonare un paese che mi ha dato tanto, lasciarlo nel momento della crisi. Devo valutare bene però se potrei essere di aiuto o solo un peso. Al mio ristorante ora hanno due clienti al giorno, ma devono pagare cuochi e camerieri e il mio stipendio è 4 volte più alto di quello di un manager». All’eventuale referendum sul nucleare Paleari non ha dubbio, voterebbe per il no alle centrali: «Pensavo così già da prima - dice -, il nostro stile di vita basato sulla strafottenza nei confronti del pianeta non va bene. È necessario ridurre i consumi e puntare sulle fonti alternative. Dobbiamo incominciare a pensare a un mondo diverso, dove tutti vivano bene».Fonte: Il Cittadino
lunedì 21 marzo 2011
Lodi - In fuga dalle radiazioni di Fukushima - Ennio Paleari, 38 anni di Lodi, da sei anni vive a Tokyo, sposato con una giapponese: è tornato sabato con il volo dell’ambasciata. «Con il terremoto ho avuto paura di morire: al nucleare voto no»
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