mercoledì 6 aprile 2011

Parco Adda, quanto pattume: recuperati oltre cento sacchi

Sole, cielo azzurro e...immondizia. Sono i diversi riflessi dell’Adda e dei suoi boschi, tanto beneficiati dai colori della primavera quanto afflitti da coloro che insistono a scambiarne sponde e prati per una discarica. Buste di plastica, bottiglie, cartacce, mozziconi di sigaretta: ma anche suppellettili, da Lodi al Po, tanto da costringere le guardie ecologiche volontarie del Parco Adda Sud a un intenso lavoro per ripulire alcune delle più pregiate aree protette. E i bilanci delle ultime operazioni sono eloquenti. Il pattugliamento tra Lodi, San Martino e Rivolta d’Adda ha per esempio portato le venti guardie ecologiche e il gruppo di Protezione civile del Parco Adda Sud a recuperare oltre un centinaio di sacchi di immondizia assortita, abbandonata tra gli argini e i campi. Vetro, plastica, carta, eredità di qualche bivacco; ma anche pezzi di mobili, come armadietti, fino a scarti di lavandino, tutto materiale che anziché finire in Astem gli ignoti “rottamatori” hanno (mal)pensato di scaricare tra alberi e argini. Stesse scena a Boffalora, e computo dei danni ancora da stimare anche nelle ultime due aree ripulite dalle Gev, ovvero Merlino e Castelnuovo, oggetto di un intervento di recupero dei rifiuti nella giornata di domenica. «Abbiamo trovato dalle buste di plastica ai pezzi di armadietto - spiega Maurizio Polli, responsabile del servizio di vigilanza del Parco Adda Sud -. Il pezzo di carta, a voler pensare bene, può essere portato dal vento, ma per sollevare pezzi di mobili e depositarli nel sottobosco o lungo le rive ci vorrebbe un tornado e non mi pare che siano stati segnalati negli ultimi mesi dalle nostre parti».Ricordando come l’Adda «non è pattumiera pubblica», il presidente Silverio Gori fa appello al senso civico della gente: «Il territorio protetto del nostro Parco è un patrimonio di tutti e così andrebbe considerato. Comprende boschi, zone palustri come ad esempio l’Adda Morta fra Castiglione e Formigara, la Zerbaglia fra Turano, Cavenago e Credera Rubbiano o la lanca di Soltarico. Aree di valore naturale unico che cerchiamo di tenere pulite e fruibili in ogni modo, ma serve anche l’impegno civico di tutti a partire dal gesto minimo ma importante di non buttare carte o sigarette per terra». Fonte: Il Cittadino

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