sabato 27 agosto 2011

I Comuni del sud Milano - Dresano

Chiesa di San Giorgio martire (nella foto) - Il vecchio borgo è attraversato dalla strada vecchia provinciale Sordio Bettola  che ne delimita  il confine occidentale con le sue annose case, cascinali ed aziende agricole, ancora operose, per tale borgo ora arrivato al titolo di “centro storico” . Raccolti attorno al campanile della bella chiesa  dedicata a San Giorgio martire i vecchi veri “Dresanesi” hanno visto il sorgere del Villaggio della Madonnina intorno al 1957. Questo Villaggio prende nome da una cappella votiva dedicata alla Madonna Addolorata  che proprio in quel luogo esisteva già dal 1750  all’incrocio tra la strada  Pandina  e la Sordio Bettola. Più tardi nel 1962 Monsignor Tarcisio Benedetti benediceva la prima pietra  per il nuovo Villaggio Ambrosiano che villetta dopo villetta  giunse a 220 alloggi formando così un rione a se stante. Ma la storia di Dresano risale ai tempi romani, dopo la conquista dell’alta Italia ed il loro assestamento nel dominio della Gallia. Il suo nome denota chiara origine romana; il  “Dizionario di Toponomastica Lombarda”  ci dice che derivi da Arisius, che poi diventa Darisius, Daresius, Darexianus, Daresano, Dresano. Prima dell’anno 1.000 Dresano era  possedimento del Monastero di San Pietro in Lodi Vecchio i cui monaci, riducendo le paludi, ritracciando rogge,  fossati e la vecchia strada consolare,  lo trasformarono in un borgo fertile e produttivo. Un po' d’anni dopo queste terre sono ricordate  nel Testamento di Ariberto d’Intimiano, che  ne assegna i beni ai monasteri, alla chiesa ed agli ospedali di Milano, con altri beni  del Lodigiano. Alla morte  di Ariberto, Giovanni abate di S. Dionigi ricorre alla potenza di Enrico II° per ottenere la riconferma dei beni stessi; così l’Imperatore con suo diploma del 22 febbraio 1045 rinfranca  i beni di Dresano e di altri luoghi del Lodigiano, mentre decime vanno a beneficio dei curiali di Lodi. La Pieve di Darexianus nel 1261 paga di taglia tre denari imperiali al legato pontificio Guala per sovvenzionare la guerra di Sicilia  contro Manfredi della casa Sveva. I Capitanei  Cuzigo di Melegnano erano i fondatori di Dresano fin dal principio degli anni 1000 e furono privati dei beni per ordine del Papa Innocenzo IV nel 1252, perché seguivano le parti di Federico II° che sosteneva l’antipapa. Sul principio del XIV secolo possedevano i terreni  di Dresano i Della Torre  (Torriani); dopo la loro cacciata i beni passarono ai Visconti e poi da Bernabò Visconti vennero assegnati al monastero  di S. Ambrogio di Milano. Il Monastero ne aveva la giurisdizione feudale con il diritto di pesca nell’Adda e nella Muzza. Nel 1458 i beni di Dresano passarono all’Ospedale Maggiore di Milano, la celebre “Ca’ Granda” e nel 1500 la bella Cascina Belpensiero divenne la casa di ferie dei Fatebenefratelli. Le facili comunicazioni di Darexianus, situato sulla via consolare  che univa la via Francigena alla via Emilia lo resero itinerario  dei pellegrini  che potevano toccare nel loro viaggio verso i luoghi sacri della fede  le bellissime Certosa di Pavia, Abbazia di Chiaravalle, Abbazia di Viboldone, Abbazia di Calvenzano, Basilica di San Bassiano in Lodi Vecchio, Abbadia Cerreto tutte in  raggio massimo di 18 Km da Dresano. Non conosciamo molto della antica chiesa di Dresano che qualcuno fa risalire al 600. E’ certo che rimangono tracce della vecchia costruzione nel leggiadro campanile e nell’ abside, due strutture che si sono mantenute e sono state conservate fino ai nostri giorni. La struttura parrocchiale  è ottagonale, la sua forma  ed il suo stile richiamano molto due chiese  presenti nella diocesi  di san Bassiano: la celebre Incoronata di Lodi e la meno conosciuta parrocchiale di Marudo. Recentemente nel 1989 la chiesa è stata interamente  restaurata ed ora, definita a ragione  dagli studiosi un vero gioiello d’architettura, si presenta in tutta la sua smagliante  bellezza. Della storia più recente di Dresano si trova nell’archivio Comunale un documento di eccezionale interesse, ossia il rilievo del confine territoriale tra i comuni di Dresano e Colturano effettuato il 1° agosto 1866. In esso appare  delineata la proprietà di Alessandro Manzoni. Questi terreni erano stati ereditati dal poeta per testamento di Carlo Imbonati. Alessandro Manzoni lasciò in eredità ai propri figli ed ai discendenti delle figlie premortegli. Ma i numerosi eredi con atto notarile 8 settembre 1875  vendettero la proprietà al Sig. Carlo Foini e  poi alle famiglie Magni i cui eredi ancora oggi risiedono nelle bella casa del Manzoni.
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