sabato 1 ottobre 2011

San Donato: Sesto palazzo, via il ricorso o salta tutto

Eni mette sul piatto una proposta per chiudere in modo “soddisfacente” la partita legata al nuovo centro direzionale. Il colosso sandonatese si mostra disponibile a scommettere su ambiente, trasporti e centro sportivo con un elenco di idee che potrebbero aprire una sorta di trattativa tra la politica locale e la prima azienda del territorio. Ma la stretta di mano dovrà avvenire con la firma di un protocollo di intesa subordinata al ritiro del ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) in cui i promotori hanno chiesto l’annullamento del piano.
L’offerta, che avrebbe una ricaduta diretta sulla città, dovrebbe quindi convincere il gruppo di cittadini vicini al Pd, o comunque al centrosinistra, che hanno impugnato il Programma integrato per il nuovo quartier generale, aprendo dal canto loro una battaglia legale condotta per «la qualità della vita». L’esito del tavolo che si è appena aperto, in base alle intenzioni, dovrebbe comunque passare da una serie di confronti tra le parti: sembra che addirittura sia già stata fissata una nuova data per settimana prossima. Intanto, Rifondazione comunista nella giornata di ieri ha divulgato la dichiarazione di intenti presentata da Eni, accompagnata da un pepato commento in cui esprime aperto dissenso. Mentre le altre forze di opposizione per il momento hanno mantenuto riserbo. Un occhio a questo punto va sulle strategie che il marchio energetico si mostra disponibile a realizzare al fine di spianare la strada al futuro complesso per 3400 impiegati. Innanzitutto, Eni tende una mano al centro sportivo con l’impegno a: fornire un contributo per tre esercizi commisurato al numero di dipendenti stanziati sul territorio; sottoscrivere una convenzione che favorisca l’utilizzo delle strutture sportive da parte dei dipendenti di Eni e delle sue consociate; ristrutturare l’edificio per attività di fitness adiacente la piscina coperta; promuovere attività formative di pubblico interesse attraverso proprietà che potranno costituire oggetto di temporanea messa a disposizione gratuita. L’azienda si dice inoltre disponibile a «negoziare, con i propri fornitori di attrezzature sanitarie, l’applicazione ai cittadini di San Donato delle condizioni di maggior favore derivanti dalle convenzioni in essere con i propri dipendenti». Altro punto riguarda la mobilità. Viene mostrata apertura per la stesura di un programma congiunto che guarderebbe ad un «sistema di trasporto integrato», mediante la modifica del piano di navette aziendali. Inoltre, «Eni si impegna a a progettare e realizzare un sistema di bike sharing (biciclette in condivisione, ndr) di collegamento tra i propri palazzi uffici e i terminali delle principali infrastrutture, allargandone la fruizione ai cittadini sandonatesi con modalità da definire con l’amministrazione». Ma vengono menzionati anche «percorsi meccanizzati volti all’ottimizzazione dei collegamenti tra la stazione Fs di San Donato, la linea metropolitana e il nuovo insediamento dell’Eni». Passando alla qualità dell’aria la proposta prevede uno «studio di fattibilità per la realizzazione di una centrale termica di proprietà del Comune di San Donato Milanese a servizio del parco e degli impianti sportivi, restando inteso che nessuno dei soggetti attuatori assume o assumerà alcun impegno di spesa in ordine alla eventuale realizzazione di tale centrale». C’è infine l’intenzione messa nero su bianco da parte della più importante società del territorio a «dotarsi di veicoli ecologici a basso impianto ambientale». Se entro il 15 novembre le parti però non ritireranno il ricorso (che in caso venisse accolto dal Tar, cancellerebbe l’iter compiuto sino ad ora per la realizzazione della nuova sede Eni a San Donato), la proposta decade. Non è detto che in fase di trattativa la politica non si faccia avanti con una controproposta, ma sono solo supposizioni. In quanto, eccetto i comunisti, che hanno già preso le distanze dal documento, le altre forze in campo, soprattutto quelle che hanno sostenuto il ricorso, anche attraverso collette per racimolare i fondi necessari a coprire le spese legali, per il momento non si sono sbilanciate. È certo che inizia una staffetta dai tempi già definiti, ma sul cui esito grava un punto interrogativo.Fonte: Il Cittadino
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