«Ci aspettiamo che Eni, visto che non lo fa il sindaco, tenga in
considerazione le riserve che la città ha manifestato in questi mesi
rispetto a un intervento immobiliare che avrà pesanti ripercussioni
sulla fisionomia di San Donato». La coalizione di centrosinistra a
sostegno del candidato Andrea Checchi ha preso pubblicamente la parola
in un volantino per annunciare che, nonostante l’esito del ricorso al
Tar (Tribunale amministrativo regionale) - che ha respinto la richiesta
di annullamento dell’iter per il nuovo centro direzionale -, la partita
sul piano politico resta comunque aperta.
Ricordando le dimensioni del
progetto, le forze alleate sottolineano: «Il Tar ha espressamente
indicato di poter intervenire solo sulla legittimità procedurale, in
merito alla quale ha respinto il ricorso, ma non ha espresso parere in
merito alle scelte di rilievo economico, in quanto considerate scelte su
cui i cittadini non hanno titolo per ricorrere, e di contenuto, che
essendo scelte di natura politica sono sottratte al suo giudizio». Se
dunque i sei ricorrenti vicini al centrosinistra nelle scorse settimane
dal canto loro non hanno escluso l’ipotesi di effettuare ulteriori
approfondimenti, attraverso gli organi preposti, riguardo alcuni
passaggi della convenzione tra ente locale e colosso petrolifero, anche
lo schieramento politico attualmente in opposizione annuncia che
l’attenzione rispetto a questo intervento verrà tenuta alta. Lanciando
un affondo politico: «Che la trattativa avrebbe potuto e dovuto essere
condotta in modo differente è dimostrato dalle proposte avanzate da Eni
per un impegno integrativo rispetto alla convenzione approvata. Anche
nella discussione di queste proposte il sindaco è rimasto spettatore e
non ha saputo cogliere l’occasione per introdurre quegli elementi che
avrebbero mitigato gli effetti dell’intervento sulla città». Certo,
l’argomento potrebbe tornare ad arroventare il dibattito in campagna
elettorale.Fonte: Il Cittadino