Chiuso il capitolo delle autorizzazioni, si parla già di raddoppio
dell’impianto di biogas ad Occhiò. O quanto meno è stato dato avvio ad
un nuovo iter per la realizzazione di un altro impianto identico a
quello che ha incassato il via libera dalle istituzioni, che verrebbe
realizzato nell’area attigua. La notizia, che sta iniziando a circolare
da qualche settimana, alzando una serie di interrogativi tra addetti ai
lavori e politici, trova conferma in un documento che nel frattempo ha
iniziato una staffetta burocratica identica a quella che si è appena
conclusa. Unica differenza è che se nel primo caso il progetto era stato
presentato dalla società agricola Montone, questa volta la richiesta è
partita dalla società agricola Occhiò, il cui amministratore unico è
sempre Luigi Besozzi. Il documento è stato protocollato presso il Comune
di San Giuliano il 23 dicembre, a neanche un mese di distanza dalla
conferenza di servizi che ha detto “sì” alla produzione di energia
nell’angolo rurale di questo tratto di Sudmilano. La domanda è stata
inviata alla Provincia di Milano, ad Enel, al Parco Sud, alla
Sovrintendenza e a tutti gli enti competenti ad accendere il semaforo
verde, che a questo punto torneranno ad avere voce in capitolo. La
conclusione di questo nuovo viaggio di scrivania in scrivania potrebbe
richiedere circa un anno di tempo, come è avvenuto per il primo esempio
che a questo punto dovrebbe sorgere nel 2012. Dal momento che non sono
mancate perplessità e nemmeno qualche malumore da parte della società
civile di fronte l’apertura di un capitolo inedito per San Giuliano,
riguardo adesso l’ipotesi di raddoppio della portata dell’impianto, non
si sa bene se con due distinte strutture, potrebbero alzarsi già in
questi giorni alcuni quesiti rivolti al Comune. Se infatti il tragitto
per quanto concerne la trafila è ormai tracciato e la società che
conduce Cascina Montone, proprietaria dei terreni, ha maturato
un’esperienza in carteggi, piuttosto che in richieste di
approfondimenti, valutazioni e tempistiche, resta il fatto che un piano
del genere darà una virata decisiva ad una parte rurale del territorio. E
se qualche titubanza c’è stata, il bis potrebbe far discutere. Per il
momento la politica, neanche quella di opposizione, in attesa di
approfondimenti, non si è ancora espressa. L’attenzione resta però
concentrata sul secondo documento volto ad ottenere il permesso a
costruire un «impianto di co-generazione alimentato a biogas proveniente
dalla fermentazione anaerobica di produzioni vegetali aziendali da
realizzarsi a San Giuliano Milanese Cascina Occhiò», con allegata la
dichiarazione che la società promotrice non possiede e non gestisce
altri impianti simili.
Il Movimento 5 Stelle avvia una petizione: su Internet i “no” all’ipotesi della centrale - Per fermare il biogas a cascina Occhiò adesso anche una petizione
online. La propone il Movimento 5 Stelle di San Giuliano Milanese
attraverso il sito www.fimiamo.it/biogas, che da alcuni giorni raccoglie
i “no” alla realizzazione della struttura nell’abitato agricolo poco
distante dalla via Emilia. L’impianto per la produzione di energia da
biogas a Occhiò è già stato autorizzato dalla conferenza di servizio
competente al cui vertice ci sono la Provincia di Milano e il Parco
agricolo Milano Sud. L’impianto è destinato ad occupare un’area grande
circa un ettaro a sud della strada cascina Selmo-Occhiò, appena oltre la
linea dell’alta velocità ferroviaria ed un centinaio di metri prima
delle case che compongono la frazione. Se da un punto di vista ufficiale
quindi l’attesa per il via libera ai lavori è concentrato sul quando
piuttosto che sul se, alcune forze politiche locali non rinunciano
comunque a giocare la carta della mobilitazione popolare. La critica più
forte dei promotori alla concessione del permesso di costruire è di
tipo ambientale. I silos della centralina, realizzata da un’azienda
agricola privata, saranno alimentati con 160 ettari di terreno
immediatamente circostante. La superficie coltivata a mais verrebbero
sottratta, secondo il punto di vista di questa e di altre iniziative che
hanno alzato l’allarme su quello che sarebbe il primo impianto del
genere nei confini comunali, a produzioni agricole per alimentazione
umana o animale. Ecco quindi la strada della petizione Internet del
Movimento 5 Stelle. I “grillini” sangiulianesi, presenti in consiglio
comunale con il capogruppo Giorgio Salvo, invitano tutti a riflettere
sul fatto che «autorizzando impianti di questo tipo il Parco agricolo
Sud Milano, un progetto che avrebbe lo scopo di proteggere e valorizzare
la vocazione agricola del territorio, viene meno al suo obiettivo
fondamentale». Inoltre ancora una volta si punta l’indice su come «160
ettari di terreno verranno compromessi da colture intensive e
concimazioni, senza alcuna finalità agricola in senso stretto, cioè
destinata alla filiera alimentare».Fonte: Il Cittadino