martedì 7 febbraio 2012

Bertonico - In vendita il mulino del Torchio

Uno dei mulini monumentali più belli del Basso Lodigiano. A Bertonico il mulino del Torchio è fermo da anni e da qualche mese è spuntata persino l’ipotesi di una vendita. A confermarlo è lo stesso proprietario, il castiglionese Gaetano Paganini, che ha proprio deciso di valutare anche la strada della cessione per una struttura che a Bertonico è un autentico pezzo di storia, tutto da scoprire.Il Torchio si trova nel centro abitato della borgata, lungo la vecchia strada che un tempo conduceva a Montodine: la via di collegamento fra Lodigiano e Cremasco, dunque molto trafficata all’epoca.
«La struttura risale addirittura al 1508 - spiega lo storico casalino Giacomo Bassi - per volere dell’Ospitale Maggiore di Milano, proprio presso il corso della roggia Bertonica. «Principalmente - racconta Bassi -, nasce come opificio per la torchiatura di semi di lino e poi come mulino per la macinazione dei cereali».Il toponimo deriva ovviamente dall’uso per cui era stato costruito l’edificio: il Torchio, appunto.L’attività però è stata dimessa già nei primi anni del 1950, ma all’epoca la struttura fu adibita anche a barriera doganale di controllo delle merci che transitavano dà e per il Cremasco.Nella parte superiore dell’opificio abitava la famiglia del torchiaro: a metà del secolo scorso, il Torchio era gestito dalla famiglia Moggi e il mulino dalla famiglia Arcari.Delle tre ruote però oggi ne resta una soltanto, la più piccola, una ruota idrica in metallo, inattiva, mentre l’acqua della roggia scorre ancora con tutta la sua forza: il suo suono è inconfondibile.Il Torchio però è una struttura immensa e ben oltre la funzione di opificio, sin dalla metà dell’Ottocento, parte dei locali erano stati adibiti ad osteria, gestita dal 1929 dalla famiglia Cofferati, che ha condotto l’esercizio fino al 1999.Fino a una ventina di anni fa infatti, al piano terra, sorgeva una moderna osteria - pizzeria ed entrando nei locali del Torchio sono ancora ben visibili le pale attaccate al soffitto, i vecchi rubinetti e le tipiche coperture di legno che erano state incollate sui muri della vecchio locale, di cui si può ancora ammirare il forno a legna.«Mi piacerebbe che nei locali al piano terra potesse insediarsi un pub - spiega Paganini -, magari un locale che faccia proprio degli elementi storici la sua tipicità, il suo punto di forza».Proprio così: passando da una sala all’altra infatti spiccano ancora la macina in pietra e quella stanza speciale, dove anticamente si pigiava l’uva e si preparava il vino. Quello buono.Fonte: Il Cittadino
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