venerdì 30 marzo 2012

Il Parco agricolo boccia la quarta corsia in A1: «Sarebbe solo un danno»

Il Parco agricolo Sud Milano si mette di traverso alla quarta corsia dell'A1 Autosole, un'opera di ampliamento che riguarda in pieno il Sudmilano, da San Zenone al Lambro fino a San Giuliano Milanese. Ieri pomeriggio il direttivo dell'ente parco, convocato per conto della Provincia di Milano, è uscito con numeri che delineano un parere negativo (per quanto non vincolante) rispetto all'ipotesi di allargamento a quattro corsie per senso di marcia.
E questa posizione è quella ufficiale dell'ente che sovrintende i 50mila ettari agricoli dell'anello verde che va dal Ticino all'Adda. Il "no” alla quarta corsia è uscito (a sorpresa) soprattutto per il gioco degli assenti e dei presenti. Mancava il presidente della Provincia, nonché assessore ai parchi Guido Podestà, e con lui anche Ettore Fusco (Lega Nord, sindaco di Opera) con Camilla Musciacchio del Pdl e Javier Miera, consigliere del Pd. C'erano invece, e hanno votato a favore dell'ampliamento, Antonio Falletta, primo cittadino di Peschiera Borromeo, con il collega di partito Giuseppe Russomanno. I quattro rappresentanti del centrosinistra Claudio Mazzola (sindaco di Paullo), Bruna Brembilla, Rosario Pantaleo e Giovanni Gottardi hanno avuto quindi i numeri dalla loro parte. Le minoranze cantano vittoria anche sul metodo, oltre che nel merito: il centrodestra è andato sotto. Il Parco agricolo Sud Milano dunque dice che la A1, dalla barriera melegnanese ai confini lodigiani, deve restare a sei corsie. Anche se con le otto carreggiate sarebbero arrivati due milioni di euro in opere naturalistiche ed ambientali, da distribuire lungo i 20 chilometri circa di A1 nella sua tratta milanese. Il primo commento è di Bruna Brembilla, già assessore ai parchi con la giunta Penati, oggi consigliere provinciale di minoranza: «La relazione istruttoria presentata dagli uffici tecnici provinciali dice chiaramente che questo ampliamento danneggerebbe il parco senza risolvere il problema del traffico - spiega -. Non si comprende quali benefici diretti verrebbero alla viabilità locale, senza contare il forte consumo di suolo agricolo. Si pone inoltre l'impatto estetico ambientale del ponte che attraversa il Lambro fra Cerro e San Zenone. Il Parco avrebbe potuto contare su 2 milioni di euro in opere; ma per il gruppo di minoranza che è riuscito a far prevalere il "no" il consumo di suolo deve portare reali benefici, che qui non sono affatto emersi».Fonte: Il Cittadino
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