giovedì 22 marzo 2012

Peschiera - Due coniugi “naturalisti” hanno scoperto le testuggini marine nei pressi di S. Bovio

C’è una San Bovio che ormai sempre più spesso finisce agli onori della cronaca per l’imperversante fenomeno criminoso che tormenta da parecchio tempo i suoi abitanti. C’è un’altra San Bovio, invece, più timida, della quale nessuno parla, che irrompe dove l’agglomerato urbano cessa. Un acquerello, ancora immacolato, dove la natura prende il sopravvento sul resto.
E proprio lì, dove l’impronta della civiltà non è ancora visibile, i colori escono dalla tavolozza, mescolandosi al paesaggio. Incantevole. Del fascino maliardo che la natura esercita sugli individui ne sono rimasti sedotti i coniugi Russo. Antonio e Rosa, insieme da una vita, ora in pensione, ogni giorno perlustrano le campestri e i territori circostanti della frazione di Peschiera Borromeo. E non solo. «Sono itinerari che facciamo a piedi e in bicicletta in qualsiasi stagione dell’anno - raccontano -. Occupiamo il nostro tempo libero così, a scrutare la flora e la fauna di questi angoli nascosti», che tuttavia, a volte, celano anche spiacevoli sorprese. Non è difficile imbattersi in rifiuti di vario genere e pneumatici. Ma la natura - almeno all’apparenza - sembra coprire ogni cosa con il suo manto. Nelle loro lunghe gite quotidiane, di chilometri e chilometri, sono riusciti a intravedere diverse specie, tipiche della zona, quali aironi, gallinelle d’acqua, gazze ladre e piccioni selvatici. Le meraviglie però non sono finite. Negli anni si sono infatti più volte imbattuti in una famigliola (4-5 esemplari, tra piccoli e adulti) di testuggini marine che popola il fontanile prospiciente la Cascina Pestazza. Ma di esse, molti, ne avevano dimenticato l’esistenza; altri pensavano che si fossero estinte forse attribuendo al periodo anomalo di eccezionale siccità, che aveva caratterizzato i mesi estivi di qualche anno addietro, la causa della loro scomparsa. Così non è stato. «Non so come abbiano fatto a sopravvivere a quel clima torrido - continua -. Lo specchio d’acqua era totalmente prosciugato. Poi, una volta abbandonata ogni speranza, a distanza di diverso tempo, le abbiamo ritrovate. E negli anni a venire abbiamo continuato a intravederle». L’ultimo avvistamento, in ordine di tempo, è avvenuto proprio in questo marzo del 2012. Soltanto qualche giorno fa, infatti, alla prima avvisaglia di primavera, quando una delle tartarughe ha tirato fuori il capo dalla tana, nella quale si era rifugiata per scampare ai rigori dell’inverno, il signor Antonio è riuscito prontamente a immortalarne l’immagine con la fedele macchina fotografica digitale. Dopodiché, una volta giunto a casa, non poteva fare altrimenti che condividere lo scatto sul social network del momento, Facebook. Il tam tam mediatico ha fatto il resto conferendo al signor Antonio e alla tartaruga una certa popolarità, non solo virtuale; tant’è che qualche compaesano ha addirittura sollecitato il fotografo amatoriale a partecipare alla prossima mostra locale, in programma per il 22 di aprile. Non è poi così improbabile che da adesso, e per diversi giorni a seguire, comincerà un vero e proprio pellegrinaggio per andare a fare visita alle simpatiche testuggini in quell’oasi racchiusa tra campi agricoli e cascinali del passato.Fonte: Il Cittadino
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