martedì 20 marzo 2012

San Donato - Lista neofascista alle elezioni. Tra i modelli c’è Garibaldi: «Come lui vogliamo l’unità d’Italia e la cacciata dello straniero». Avviata la raccolta firme, primi manifesti in città.

Comunali a San Donato, prova ad essere della partita anche “Fascismo e libertà”, formazione politica che si riallaccia esplicitamente all’esperienza storica del Ventennio e porta avanti il (tortuoso) percorso intrapreso nel 1991 dal senatore del Movimento sociale Giorgio Pisanò. I manifesti affissi nella giornata di ieri in vari punti della città dell’Eni non sono uno spot generalista. Preannunciano l’intenzione, da parte della sigla politica radicale, di raccogliere le 175 firme necessarie, formare una lista ed entrare nel consiglio comunale di via De Nicola. «È dura, ma il programma del partito è di correre in tutta Italia alle amministrative, anche nei comuni sotto i mille abitanti», specifica il sandonatese Gian Franco Tesauro, vicesegretario del nord ovest Italia nel movimento che ha oggi per coordinatore nazionale il piemontese 47enne, ex Fronte nazionale, Carlo Gariglio, che l’anno scorso ha cercato di correre alle amministrative per il Comune di Torino, quelle vinte da Piero Fassino, venendo escluso con la motivazione che - intuitivamente - aleggia su un’esperienza politica simile. Ovvero, la pregiudiziale di incostituzionalità. Una questione che però i simpatizzanti della più integralistica continuità mussoliniana ritengono superata da sentenze di tribunale. Dunque, magari col littorio e senza il nome “fascista”, in teoria F&L, si potrebbe presentare anche a San Donato. “Fascismo e libertà” è un arcipelago politico alla destra di tutto quanto, compresi Fiamma tricolore e Forza nuova, e proprio per questo rivendica - con atteggiamento comune a gruppi simili - il fatto di non essere per niente di destra. «Il simbolo evidenzia un groviglio di richiami: il littorio, l’aquila nazionalsocialista che sormonta il sole dell’avvenire di nenniana memoria. In mezzo al sole la bandiera tricolore e come inno il “Si scopron le tombe”, cioè l’inno del socialista Garibaldi, ritenuto «alfiere di due cose che vogliamo anche noi: unità d’Italia e cacciata dello straniero». La web page poi con un link rimanda alla Wuns, la World union of national socialists, simbolo la svastica e ben pochi misteri. In questa selva di richiami agli estremismi del Novecento, “Fascismo e libertà - Partito socialista nazionale”, rivendica il diritto a «rilanciare verità e responsabilità omesse dalla storiografia ufficiale, storiografia creata per indottrinare il popolo e lasciare zone d’ombra e menzogna». Ecco la ricetta per risanare l’Italia con le tasche vuote e il morale a terra: «Interclassismo, sostituzione dei parlamenti con la camera delle corporazioni, socializzazione dell’impresa, difesa del lavoro e dei diritti sociali, fine del liberalcapitalismo di importazione americana». Orologio indietro dunque al 1943: « Gli italiani non sono quelli del ‘21, lo sappiamo, ma la soluzione è sempre quella indicata dalla terza via fra destra liberale e comunismo», così il segretario locale. Ma essere “fascisti” a San Donato nel 2012, che senso può mai avere? «Vivere di valori e non di interessi di bottega», è la convinzione. Si vedrà se ci saranno anche loro nell’agone elettorale.

Altra sortita di “Fascismo e libertà” fuori dal metrò - Nuova sortita di “Fascismo e libertà” nell’agone elettorale di San Donato. Domenica mattina alcuni rappresentanti del movimento hanno effettuato un volantinaggio in piazza IX Novembre, cioè all’uscita della Metro 3. Avviata anche la raccolta di firme necessarie ad un’eventuale presenza al voto comunale in programma il 6 e 7 maggio. L’uscita pubblica di “Fascismo e libertà - Partito socialista nazionale” sembra essersi svolta senza particolari tensioni, e del resto il gruppo non è proprio ignoto alla scena politica locale. La partecipazione alle comunali distanti un mese e mezzo sarebbe infatti il secondo tentativo, non il primo, di proporsi nel contesto sandonatese. Già nel 2007, al termine della legislatura Taverniti, la lista raccolse effettivamente il numero di firme necessarie ad andare sulla scheda (attualmente ce ne vogliono duecento, di cittadini con residenza locale), ma poi le firme in parte non vennero autenticate dalla commissione elettorale. In altri casi è la stessa simbologia ostentata a frenare ogni velleità di mettersi accanto agli altri partiti; anche se l’articolo costituzionale che vieta la formazione del Partito nazionale fascista consente, dietro non semplici percorsi legali, di essere eluso adottando i simboli della dittatura, ma senza l’uso esplicito del vocabolo “fascismo” o “fascista”. I “nemici” del movimento sono molti: dall’immigrazione alla globalizzazione dell’economia, fino ai partiti italiani oggi in essere, tutti accomunati senza eccezioni nella categoria dei “servi del capitale” dal volantino distribuito domenica all’uscita dalla metropolitana. Fonte: Il Cittadino
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