sabato 29 settembre 2012

San Donato - Sconti sull’Imu per prima casa e piccoli negozi

I valori definitivi dell'Imu stabiliti dalla giunta Checchi rivelano, a tre mesi circa dalla vittoria elettorale, la filosofia di città voluta dall'amministrazione entrante. Aliquota bassa, anzi minima, sulla prima abitazione di proprietà, ritoccata all'ingiù per i negozi di vicinato, gli esercizi commerciali affacciati sulle vie. «Vogliamo una San Donato dove la gente non sia costretta a cercare altrove abitazioni più accessibili - ha ribadito la maggioranza di centrosinistra giovedi in consiglio comunale - e nemmeno una realtà dove il tessuto commerciale di base si esaurisca pian piano lasciando il posto ai grandi centri commerciali, i nostri o quelli attorno». Ma gli uffici, il terziario, gli studi professionali e le maxi imprese insediate sul territorio, a partire dall'Eni, pagheranno di più rispetto al prospetto uscito a maggio con il bilancio e con il primo scaglione del gettito Imu. Il consiglio comunale di giovedi sera, quasi tutto dedicato all'assestamento dell'imposta sull'abitazione - complicato per qualsiasi borgo d'Italia - ha sortito quella che dovrebbe essere (governo permettendo) la “griglia” definitiva delle percentuali. Con il voto della maggioranza (Pd-Sel-Noi per la città), di L'Altra San Donato e l'astensione dell'indipendente Giacinto Calculli, si delinea per il primo anno di Imu il seguente quadro: sulla prima casa, ribasso dal 4,5 per mille al 4, ovvero al valore minimo emanato dalle circolari ministeriali; per gli esercizi commerciali classificati di vicinato, quindi piccole superfici, si scende dall'8,6 al 7,8 per cento a saldo; per terziario, uffici, studi professionali e sedi d'impresa si passa invece dall'8,6 al 9,8 per mille; e questa è l'unica categoria che aumenta perché le seconde abitazioni restano tassate secondo l'ipotesi di alcuni mesi fa, ovvero l'8,6 per mille ovvero 0,86% del valore catastale. Se i fondamentali di bilancio resteranno stabili col preventivo 2013, l'intenzione è di votare fra sei mesi le stesse aliquote. Il profilo della “gobba fiscale” sul bene casa appare dunque orientato ad incentivare i piccoli proprietari e i negozi a conduzione familiare, evitando che i già salatissimi prezzi di mercato sandonatesi si combinino con l'Imu alta. «Ma la città è fatta anche di imprese, di professionisti, di studi e di servizi, e voi “stangate” proprio quelli», hanno ribattutto alcune minoranze. Pdl e Insieme per San Donato in tal senso hanno presentato un emendamento, bocciato, con uno schema alternativo in grado di abbassare l'imposta a tutti, integrando il gettito con l'avanzo di bilancio e gli oneri di urbanizzazione. «Non vogliamo cadere nel circolo vizioso degli oneri a copertura delle spese correnti - argomenta il capogruppo Pd Andrea Pasqualini- perché è una strada rischiosa che cede pezzo dopo pezzo il territorio ai costruttori».Fonte: Il Cittadino

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