La strage fu compiuta dal Regio Esercito ai
danni della popolazione civile dei due comuni in data 14 agosto 1861.
Criminali barbari che scesero nella nostra terra e misero a ferro e a
fuoco il nostro territorio. All'indomani della proclamazione del Regno
d'Italia, in molte parti dei territori dell'ex Regno delle Due Sicilie
scoppiarono moti di rivolta
filoborbonici, spesso capeggiati da cittadini o ex militari del
disciolto Esercito delle Due Sicilie. Uno di questi moti ebbe luogo il 7
agosto 1861 quando alcuni briganti della brigata Fra Diavolo, comandati
da un ex sergente borbonico, il cerretese Cosimo Giordano,
approfittando dell'allontanamento di una truppa delle Guardie Nazionali
da Pontelandolfo, occupò il paese, uccidendo i pochi ufficiali rimasti,
issandovi la bandiera borbonica e proclamandovi un governo provvisorio.
L'11 agosto il luogotenente Cesare Augusto Bracci, incaricato di effettuare una ricognizione, si diresse verso Pontelandolfo alla guida di quaranta soldati e quattro carabinieri. Nei pressi del paese, gli uomini del reparto piemontese furono catturati da un gruppo di briganti e contadini armati che li portarono a Casalduni, dove furono uccisi per ordine del brigante Angelo Pica.
« Di Pontelandolfo e Casalduni non rimanga pietra su pietra. »
(Cialdini al colonnello Negri)
ABBRUSTOLIRONO VIVI I NOSTRI PADRI ! ! !
« Al mattino del giorno 14 (agosto) riceviamo l'ordine superiore di entrare a Pontelandolfo, fucilare gli abitanti, meno le donne e gli infermi (ma molte donne perirono) ed incendiarlo. Entrammo nel paese, subito abbiamo incominciato a fucilare i preti e gli uomini, quanti capitava; indi il soldato saccheggiava, ed infine ne abbiamo dato l'incendio al paese. Non si poteva stare d'intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli cui la sorte era di morire abbrustoliti o sotto le rovine delle case. Noi invece durante l’incendio avevamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava…Casalduni fu l'obiettivo del maggiore Melegari. I pochi che erano rimasti si chiusero in casa, ed i bersaglieri corsero per vie e vicoli, sfondarono le porte. Chi usciva di casa veniva colpito con le baionette, chi scappava veniva preso a fucilate. Furono tre ore di fuoco, dalle case venivano portate fuori le cose migliori, i bersaglieri ne riempivano gli zaini, il fuoco crepitava. » (Carlo Margolfo)
L'11 agosto il luogotenente Cesare Augusto Bracci, incaricato di effettuare una ricognizione, si diresse verso Pontelandolfo alla guida di quaranta soldati e quattro carabinieri. Nei pressi del paese, gli uomini del reparto piemontese furono catturati da un gruppo di briganti e contadini armati che li portarono a Casalduni, dove furono uccisi per ordine del brigante Angelo Pica.
« Di Pontelandolfo e Casalduni non rimanga pietra su pietra. »
(Cialdini al colonnello Negri)
ABBRUSTOLIRONO VIVI I NOSTRI PADRI ! ! !
« Al mattino del giorno 14 (agosto) riceviamo l'ordine superiore di entrare a Pontelandolfo, fucilare gli abitanti, meno le donne e gli infermi (ma molte donne perirono) ed incendiarlo. Entrammo nel paese, subito abbiamo incominciato a fucilare i preti e gli uomini, quanti capitava; indi il soldato saccheggiava, ed infine ne abbiamo dato l'incendio al paese. Non si poteva stare d'intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli cui la sorte era di morire abbrustoliti o sotto le rovine delle case. Noi invece durante l’incendio avevamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava…Casalduni fu l'obiettivo del maggiore Melegari. I pochi che erano rimasti si chiusero in casa, ed i bersaglieri corsero per vie e vicoli, sfondarono le porte. Chi usciva di casa veniva colpito con le baionette, chi scappava veniva preso a fucilate. Furono tre ore di fuoco, dalle case venivano portate fuori le cose migliori, i bersaglieri ne riempivano gli zaini, il fuoco crepitava. » (Carlo Margolfo)
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