Un mld nel mondo senza sanità. Italia non tiene fede agli impegni.
Ogni anno 6,6 milioni di bambini muoiono prima di aver compiuto 5
anni per cause prevenibili e curabili, come malaria, morbillo,
polmonite, dissenteria. E la malnutrizione è la concausa della metà di
queste morti. Eppure, per fermare questi morti basterebbero semplici
soluzioni a basso costo come un sapone, una zanzariera, un vaccino.
Protagonista della mortalità infantile, la disuguaglianza, quella tra
paesi del nord e del sud del mondo, ma anche tra quintile più ricco e
più povero di uno stesso paese, come si evince da rapporto "Mondi
dispari. Ridurre le disuguaglianze per combattere la mortalità
infantile" diffuso oggi da Save the Children in occasione del rilancio
della campagna Every One. In Italia, dal 19 settembre, l'Organizzazione parte con quasi due
mesi di sensibilizzazione e raccolta fondi per la campagna Every One,
lanciata a livello internazionale nel 2009, per contribuire al
raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sulla riduzione
di 2/3 della mortalità infantile e di 3/4 di quella materna entro il
2015. Oltre un miliardo di persone in tutto il mondo non hanno
accesso all'assistenza sanitaria e i bambini che vivono in condizioni
sociali, culturali ed economiche più svantaggiate vanno incontro a
maggiori probabilità di morire prima dei 5 anni. Il benessere economico
del Paese spesso si accompagna solo in parte ad un miglioramento delle
condizioni di vita e di salute per donne e bambini. In India, dove dal 2004 al 2012 il PIL è più che raddoppiato, non
segue una pari riduzione del tasso di mortalità infantile che in otto
anni si abbassa solo da 58 a 46 decessi su 1.000 nati vivi nell'arco, e
anzi aumenta nel 2010 nonostante un netto aumento del PIL registrato
nello stesso periodo. In Pakistan dal 2004 al 2010 il PIL è raddoppiato
(da 98 milioni di dollari a 176), raggiungendo i 231 milioni nel 2012;
tuttavia il ritmo osservato nella crescita del PIL non è lo stesso di
quello del declino della mortalità infantile, che si è ridotta da 74,3
nel 2004 ad appena 61 nel 2012. "Fermare la mortalità
materno-infantile implica un impegno focalizzato esplicitamente sui
gruppi di popolazione più vulnerabili: i più poveri - spiega Claudio
Tesauro, presidente di Save the Children - Fondamentale in questo quadro
è l'apporto dei Paesi Grandi donatori e il rispetto degli impegni
presi''. Gli impegni internazionali dell'Italia in tal senso sono disattesi:
''è stato l'unico membro del G8 a non aver ancora mantenuto fede alle
promesse fatte''. Dopo 4 anni dal lancio della campagna Every One,
sono 47 i Paesi dove Save the Children opera direttamente con programmi
di salute materno-infantile e 1,2 miliardi di dollari i fondi raccolti
in questi anni da destinare ai progetti di salute e nutrizione entro il
2015; grazie alla campagna, tra le altre cose, sono stati formati
274.962 operatori sanitari e sono state organizzate 19,3 milioni di
azioni di mobilitazione per dire basta alla mortalità infantile.
Dal 14 ottobre al 3 novembre, sarà attivo il numero unico solidale 45509
grazie al quale tutti potranno contribuire con 2 euro inviando un sms
dai cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Nòverca o
chiamando da rete fissa TeleTu e TWT. Sarà inoltre possibile donare 2 o 5
euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia,
Infostrada e Fastweb. I fondi raccolti in Italia saranno destinati alla
realizzazione di progetti in Etiopia, Malawi, Mozambico, Egitto, Nepal.
Fra l'altro, anche la Lega Serie A aderisce alla Campagna Every One,
promuovendo sui campi di calcio l'iniziativa "Diamo un calcio alla
mortalità infantile" e dedicando così il weekend di campionato del 19 e
20 ottobre alla promozione della campagna.Fonte:Ansa.it
Nessun commento:
Posta un commento