lunedì 14 ottobre 2013

Ecco giardino delle biodiversità a Padova

 

Orto botanico si arricchisce di 1.300 specie vegetali

PADOVA - Inaugurato questa mattina il giardino delle biodiversità, la nuova ala dell'Orto Botanico di Padova. Nato nel 1545 e per questo il più antico del mondo, il primo giardino botanico universitario al mondo si arricchisce così di altri 15 mila metri quadrati e di 1300 specie vegetali (che si vanno ad aggiungere alle 6 mila già coltivate nell'orto antico, già patrimonio dell'umanità dell'Unesco).

"In questo modo e grazie a questo nuovo giardino delle biodiversità - ha spiegato il rettore dell'Università di Padova Giuseppe Zaccaria - si realizza un affascinante viaggio dalle aree tropicali alle zone aride, passando per tutti i biotipi, fino allo spazio per illustrare possibilità di vita in ambiti extraterrestri". Nato per coltivare e studiare le piante medicinali e per secoli rimasto un modello di riferimento per gli Orti botanici Europei, oggi l’Orto patavino con il giardino delle biodiversità dà vita a un percorso fitogeografico dei 5 continenti e a un viaggio attraverso i biomi del pianeta, ossia quelle ampie porzioni di biosfera che riuniscono ecosistemi caratterizzati dalle medesime condizioni ambientali.

Il progetto prevede inoltre di portare all'orto botanico di Padova parte del flussi di visitatori dell'Expo 2015 di Milano (ci sarebbero già stati contatti con il sindaco Pisapia e manager milanesi) e da qui attraverso via acqua fino a Venezia.

Il progetto architettonico
L‘ampliamento dell’Orto prende le forme di una grande teca di vetro lunga circa 100 metri e alta dai 18 ai 15 che illustra un’ideale sezione del globo, dall’equatore degradando verso i poli. Qui, in 5 serre, sono portati in vita i diversi ambienti, da quelli caratterizzati da condizioni più favorevoli per la vita (con abbondante umidità e elevate temperature che fanno crescere la foresta pluviale) sino alle condizioni più estreme (dove il freddo e la scarsa umidità rendono la vita quasi impossibile).

L’architettura è di forte impatto visivo: posizionata in un contesto di altissimo valore storico, il progetto rilegge le regole compositive che determinano l’impostazione della parte cinquecentesca, rispettando le dimensioni e i passi dell’antico Hortus cintus. Inoltre il progetto mantiene il medesimo orientamento degli assi che visivamente collegano le adiacenti cupole del complesso di Santa Giustina a quelle di Sant’Antonio, offrendo ai visitatori una suggestiva visione d’insieme. Dalla lama d’acqua che separa l’Orto antico e il moderno fino alle cascate che dividono un bioma dall’altro, l’acqua è il leitmotif del Giardino della biodiversità. L’edificio è progettato per il recupero delle acque piovane, garantendo al sistema l’autosufficienza idrica, e per ridurre il più possibile l’impatto ambientale: la sua forma e l’articolazione di spazi e impianti sono ottimizzati per sfruttare al massimo l’apporto dell’energia solare e per trasformare l’ambiente interno e quello circostante, grazie a soluzioni progettuali e tecnologiche.
L’idea espositiva
L’esposizione all’interno delle cinque serre si articola in tre diversi percorsi:
La Pianta e l’ambiente: il Giardino della Biodiversità raccoglie oltre 1300 specie ripartite in aree che simulano le condizioni climatiche dei biomi portando i visitatori a compiere un ideale viaggio attraverso la foresta pluviale tropicale, la foresta tropicale subumida e savana, il clima temperato e mediterraneo, il clima arido, la tundra artica, tundra alpina e antartide.
La Pianta e l’uomo: tramite pannelli, filmati, exhibit interattivi, reperti le nuove serre raccontano il pianeta dal punto di vista delle forme di vita vegetali indagando il ruolo svolto nel rapporto con l’uomo. Partendo dalla considerazione che le piante sono organismi complessi dotati di venti modi diversi di percepire l’ambiente che li circonda e di interagire con esso, il Giardino indaga come l’intelligenza vegetale e l’intelligenza umana abbiano svolto un comune percorso di coevoluzione.
La Pianta nello spazio: un approfondimento futuro sui temi legati alle possibili condizioni di vita extra-terrestre e sugli effetti che l’inquinamento estremo, o lo stesso intervento dell’uomo, producono sulle specie vegetali. Simulazioni di viaggio, come quella di un equipaggio nello spazio, oppure di tipo insediativo, o ipotesi di una colonia su Marte, sono utilizzate per esemplificare queste riflessioni.
All’esterno delle serre le aiuole sono dedicate a temi specifici e prevedono la coltivazione di specie compatibili con il clima locale, quali le piante alimurgiche, i giardini fioriti, le piante aromatiche.

Il Wikiorto

Il progetto è caratterizzato da modalità di fruizioni interattive e un alto livello di tecnologia. Nel giardino della biodiversità anche un comune smartphone o un tablet diventeranno per i visitatori strumenti per relazionarsi con gli ambienti e le piante: un wikiorto che vivrà sul web consentirà ai visitatori di prepararsi alla visita e di rimanere in contatto con le piante anche una volta usciti dai cancelli. Prima della visita, il sito dell’Orto consentirà di scaricare applicazioni, esplorare i percorsi e acquistare il biglietto. Durante la visita, l’accesso a informazioni e approfondimenti tramite i cartellini di identificazione delle piante permetterà di approfondire le conoscenze nonché di provare esperienze di realtà aumentata. Dopo la visita, una speciale app consentirà di restare in contatto con l’Orto, continuando a far parte di una comunità virtuale.
Fonte: Ansa,it

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