giovedì 17 ottobre 2013

Greenpeace: 11 premi Nobel a Putin, attivisti non sono pirati

 

Lettera congiunta al presidente russo

ROMA - Undici Premi Nobel per la pace hanno scritto una lettera congiunta al Presidente russo Vladimir Putin per chiedergli di far cadere l'accusa di pirateria nei confronti dei 28 attivisti di Greenpeace e i due giornalisti freelance trattenuti dal 19 settembre scorso dalle autorità russe per la manifestazione contro la piattaforma petrolifera della Gazprom. Lo rende noto Greenpeace. Greenpeace precisa che nella lettera i premi Nobel chiedono a Putin "di fare tutto il possibile", e che "ogni accusa contestata trovi riscontro nel diritto internazionale e nella legge russa".
Descrivendo l'Artico come "tesoro prezioso dell'Umanità", i firmatari sostengono gli sforzi per proteggere questa regione dallo sfruttamento petrolifero e dal cambiamento climatico. "Le trivellazioni petrolifere nell'Artico - scrivono - sono un'impresa ad alto rischio. Una fuoriuscita di petrolio in queste acque avrebbe un impatto catastrofico su uno degli ultimi ambienti integri del Pianeta, sulle comunità che vi abitano e su specie animali già minacciate d'estinzione. I rischi di simili incidenti ci sono sempre e i piani di risposta dell'industria petrolifera sono totalmente inadeguati. I cambiamenti climatici ci minacciano tutti, ma sono i più vulnerabili del Pianeta che pagheranno i costi maggiori se i Paesi più sviluppati non agiscono ora".

Greenpeace fa anche sapere che sono ormai quasi 1,5 milioni le firme della petizione rivolta alle ambasciate russe per richiedere il rilascio degli attivisti, tra i quali c'è anche l'italiano Cristian D'Alessandro.

Gli 11 premi Nobel sono l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, la guatelmateca Rigoberta Menchu, l'ex presidente del Costa Rica Oscar Arias Sanchez, le pacifiste nordirlandesi Betty Williams e Mairead Maguire, la pacifista statunitense Jody Williams, la liberiana Leymah Gbowee, la yemenita Tawakkol Karman, l'avvocato e pacifista iraniana Shirin Ebadi, l'ex presidente di Timor Est Jose Ramos Horta e l'argentino Adolpho Perez Esquivel.
Greenpeace: appello Nobel a Putin, "indirizzo sbagliato"
Greenpeace: appello Nobel a Putin; Russia, 'indirizzo sbagliato'
I premi Nobel che oggi hanno scritto al presidente russo Vladimir Putin un appello a favore degli attivisti di Greenpeace detenuti in Russia, hanno scelto "l'indirizzo sbagliato", poiché non è il Cremlino a decidere l'indagine. Lo ha detto all'agenzia Ria Novosti Dmitri Peskov, portavoce del capo di Stato russo. Putin "ha un enorme rispetto per i premi Nobel e si riferisce alla loro opinione sempre con grande attenzione. Ma in questo caso", ha detto Peskov commentando la lettera con cui gli 11 Nobel per la Pace chiedono a Putin la revoca delle accuse per i militanti della Arctic Sunrise che il 19 settembre hanno tentato l'assalto alla piattaforma Gazprom, "stiamo parlando di una situazione in cui il presidente non è il corretto destinatario".

Il portavoce ha sottolineato che il presidente non ha sollevato né può rimuovere le accuse: "Lo stanno facendo le autorità inquirenti, e tutti dovremmo aspettare la fine delle indagini e il verdetto della corte e della legge".Fonte: Ansa

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