In nome del sacro Expo si continua a divorare territorio, snaturare
parchi, cementificare aree verdi. I cantieri avanzano in ogni luogo e,
tra gli ultimi, quelli per la realizzazione della via dell'acqua, un
canale artificiale che attraversa parchi (Trenno, delle Cave,
all'interno del Parco Sud, e Pertini) e zone urbane, in parte nel
sottosuolo e in parte a cielo aperto, con argini e fondo in cemento. Non
è destinato a scopi irrigui: la sua funzione principale è di portare
acqua ad alimentare il lago artificiale per "abbellire" il sito Expo.
Il tutto con costo è di circa 90 milioni di denaro pubblico, quando ne sarebbero potuti bastare 13.
Il tutto con costo è di circa 90 milioni di denaro pubblico, quando ne sarebbero potuti bastare 13.
I cittadini chiedono lo stop ai lavori
Allarmati alla vista dei cantieri e sollecitati da comitati e
associazioni, molti abitanti delle aree interessate, lo scorso 9
novembre si sono riuniti in assemblea per decidere come muoversi. In
questo contesto, ancora una volta, Italia Nostra ha sottolineato le
forti critiche sul progetto, che delinea la non volontà di utilizzare o
valorizzare il reticolo idraulico naturale e artificiale esistente sul
territorio a favore di una soluzione con un nuovo tracciato invasivo e
prepotente nel progettato attraversamento dei Parchi.
Grazie a studi condotti da esperti, l'associazione aveva proposto un progetto alternativo che avrebbe richiesto un investimento di 13 milioni contro i circa 90 milioni della soluzione decisa da Expo. Anche il Politecnico di Milano aveva elaborato un suo progetto, più in armonia con la natura e con un costo analogo a quello di Italia Nostra.
Ma Expo, tramite Metropolitana Milanese spa, incaricata della progettazione, ha deciso di attuare questo costosissimo e devastante progetto, bandendo lo scorso marzo la gara d'appalto, aggiudicata a un raggruppamento con capofila l'impresa Maltauro di Vicenza. "Quest’opera -dicono da Italia Nostra- non utilizza né valorizza il reticolo idraulico naturale né quello artificiale esistente, che contraddistingue in modo capillare il territorio attraversato. Inoltre si integra male nel paesaggio naturale e, nel tratto di attraversamento dei Parchi del Comune di Milano a ovest della città, diventa una nuova ingombrante struttura nel territorio, una ferita".
In sintesi: con un costo di ben sette volte inferiore a quello approvato si sarebbe potuto realizzare un progetto migliore e in armonia con il territorio. Inspiegabilmente, progetto e perizie di Italia Nostra sono state ignorate sia da Expo sia da Pisapia.
Grazie a studi condotti da esperti, l'associazione aveva proposto un progetto alternativo che avrebbe richiesto un investimento di 13 milioni contro i circa 90 milioni della soluzione decisa da Expo. Anche il Politecnico di Milano aveva elaborato un suo progetto, più in armonia con la natura e con un costo analogo a quello di Italia Nostra.
Ma Expo, tramite Metropolitana Milanese spa, incaricata della progettazione, ha deciso di attuare questo costosissimo e devastante progetto, bandendo lo scorso marzo la gara d'appalto, aggiudicata a un raggruppamento con capofila l'impresa Maltauro di Vicenza. "Quest’opera -dicono da Italia Nostra- non utilizza né valorizza il reticolo idraulico naturale né quello artificiale esistente, che contraddistingue in modo capillare il territorio attraversato. Inoltre si integra male nel paesaggio naturale e, nel tratto di attraversamento dei Parchi del Comune di Milano a ovest della città, diventa una nuova ingombrante struttura nel territorio, una ferita".
In sintesi: con un costo di ben sette volte inferiore a quello approvato si sarebbe potuto realizzare un progetto migliore e in armonia con il territorio. Inspiegabilmente, progetto e perizie di Italia Nostra sono state ignorate sia da Expo sia da Pisapia.
Tante iniziative e comitati
I cittadini sono in allerta già da tempo, tanto che a fine 2012
avevano anche raccolto 1.600 firme contro il progetto preliminare della
Via d’Acqua. Ma alla vista delle reti arancioni, ormai simbolo della
distruzione del territorio, si sono mobilitati e messi di traverso.
Così, dopo quella del 9, lo scorso 16 novembre si è svolta una seconda
assemblea organizzata anche da "Abitanti dei quartieri Gallaratese, San
Siro, Trenno": i cittadini, per sottolineare che il territorio
appartiene alla comunità, hanno scelto tenerla all'interno dell'area del
cantiere del Parco Trenno. "Non assisteremo in silenzio a questo
inutile scempio -dicono dal Comitato NO Canal-. Non permetteremo che
l'arroganza prevalga sul buonsenso, costruendo un'opera che potrebbe
tranquillamente essere sostituita dalla rete di fontanili e canali
esistenti, come dimostrato da uno studio di Italia Nostra. I soldi
risparmiati potrebbero essere impiegati per risolvere problemi ben più
urgenti".
Il prossimo appuntamento è per il 25 novembre, con l'obiettivo di organizzare nuove iniziative. Tante le organizzazioni di cittadini e associazioni che si stanno muovendo per tentare di fermare questa via d'acqua. Un contatto unico non c'é. Ma le info per attivarsi e partecipare alle diverse iniziative si possono trovare all'indirizzo https://www.facebook.com/difendiparcotrenno
Il prossimo appuntamento è per il 25 novembre, con l'obiettivo di organizzare nuove iniziative. Tante le organizzazioni di cittadini e associazioni che si stanno muovendo per tentare di fermare questa via d'acqua. Un contatto unico non c'é. Ma le info per attivarsi e partecipare alle diverse iniziative si possono trovare all'indirizzo https://www.facebook.com/difendiparcotrenno
Fonte: Associazione per il Parco Sud Milano
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