Duecento ciclisti hanno chiesto l’estensione della zona 30 in tutti i centri abitati dell’hinterland. Nel nome di Altea Trini,
la studentessa lodigiana di 17 anni travolta da un suv mentre andava in
bicicletta col gruppo scout e di Lucia Pozzi, anche lei scout, uccisa
il 24 dicembre del 2004 all’uscita dalla messa di mezzanotte da un’auto
impazzita
Duecento ciclisti hanno chiesto l’estensione della zona 30 in tutti i centri abitati dell’hinterland. Nel nome di Altea Trini, la studentessa lodigiana di 17 anni travolta da un suv mentre andava in bicicletta col gruppo scout e di Lucia Pozzi, anche lei scout, uccisa il 24 dicembre del 2004 all’uscita dalla messa di mezzanotte da un’auto impazzita. Questo il significato della manifestazione «Rallentiamoci», organizzata dall’Abici-Fiab
in collaborazione con Banca del Tempo, Legambiente, Comitato dei
Genitori, Vivere Meglio la Città e Osservatorio contro le Mafie che ha
avuto come teatro la Sp 159, all’incrocio fra i comuni di Vizzolo
Predabissi e Casalmaiocco, dove Altea l’anno scorso ha perso la vita.
Qui è stata lasciata una bicicletta bianca in ricordo dell’adolescente.vittime, al quale hanno preso parte fra gli altri il sindaco di
Vizzolo Predabissi, Mario Mazza, i consiglieri provinciali Pietro Mezzi e
Massimo Gratti, si è spostato a Melegnano per la deposizione di una
sagoma bianca in via Dezza, nel punto dove la notte di Natale di nove
anni fa morì Lucia Pozzi, studentessa 17enne, travolta da una Porsche
Cayenne mentre era ferma sul marciapiede a salutare le amiche.
«La manifestazione cade nella giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada
– spiega Giulietta Pagliacci – per chiedere a gran voce l’allargamento
in tutti i centri urbani della “zona 30”. Purtroppo l’assenza degli
amministratori di Melegnano ci lascia l’amaro in bocca». E proprio a
Melegnano dove è finito il corteo, è andato inscena un flashmob: i
ciclisti hanno bloccato il traffico e hanno deposto una sagoma bianca
nel punto esatto dove Lucia è stata travolta. Toccante la lettera dei
genitori della ragazza, che comincia con queste parole: «Rallentiamoci
per pensare che quel minuto in più non ci cambia la vita. Rallentiamoci
per far passare le persone che stanno attraversando sulle strisce.
Rallentiamoci per riflettere prima di prendere il telefonino, possiamo
chiamare dopo, quando siamo fermi. Rallentiamoci perché vogliamo dare un
senso a questa giornata».Fonte: Il Giorno
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