Miracolo della genetica, chitarrista formidabile, con Jagger coppia inscindibile
Più di un bookmaker rischia la rovina. Keith Richards compirà 70 anni domani..
Probabilmente neanche lui si sarebbe aspettato di festeggiare il 70mo
compleanno. Per la gente normale che paga le conseguenze degli eccessi
alimentari a Natale, la vicenda di Keith è un miracolo della genetica. Tra le tante battute memorabili consegnate alla storia c'è quella relativa alla salute: "tutti
i medici che mi hanno curato mi hanno detto che se non avessi cambiato
stile di vita sarei morto. Purtroppo tutti quei medici sono morti prima
di me". La verità è che con questa ricorrenza si festeggia il compleanno di una leggenda. Per più di un motivo Keith Richards è un simbolo del rock'n'roll.
Appartiene a quella straordinaria generazione di musicisti inglesi che
di fatto ha messo le radici di quello che oggi viene considerato il
rock. Partendo dall'amore per il blues, il sound della Chess e la musica
nera, rielaborando lo stile di Chuck Berry, insieme al povero Brian
Jones che era un fan di Jimmy Reed, Richards ha inventato quel magico
intreccio di chitarre che tecnicamente si chiama weaving e che
con il suo amico Ronnie Wood ha portato a un inimitabile livello di
sofisticazione. Richards è anche il creatore di alcuni dei riff più
celebri della storia: "Satisfaction" (lo incise su un nastro, si
addormentò e lo trovò l'indomani confuso tra il russare del sonno non
ricordando di averlo suonato) e "Jumpin' Jack Flash" in questo senso sono paradigmatici. Chitarrista ritmico formidabile (è uno specialista delle
accordature aperte), presenza scenica irresistibile (anche ora che
risente in modo evidente dell'età e di una vita infernale), carisma
inarrivabile, anche suo malgrado, forma con Mick Jagger una coppia inscindibile.
Negli anni si sono amati, odiati, insultati, hanno anche tentato di
andare ognuno per conto proprio ma nessuno dei due è riuscito neanche
lontanamente ad avvicinarsi ai risultati dei Rolling Stones, che, come
ha dimostrato l'ultimo giro di concerti, restano ancora una formidabile
macchina da entertainment. Senza Jagger la band negli anni '80, quando
la dipendenza dalle droghe e le vicende legali avevano praticamente
messo fuori causa Richards, sarebbe naufragata. Così come è vero che la
carriera solista di Jagger sia stata un clamoroso fallimento. E' davvero
singolare che un teorico della vita al massimo come lui sia il motore musicale della band che, tra i tanti primati, vanta anche quello dell'uso scientifico del marketing nel rock'n'roll.
Gli Stones sono stati tra i primi ad avere un consulente finanziario, a
produrre su scala industriale il merchandising, a organizzare tournée
sponsorizzate, a creare un logo (la lingua che è probabilmente il più
famoso logo mai avuto da una band). Al principio l'immagine dei brutti e cattivi fu cucita addoso alla band
per pubblicità e per creare il contrasto con l'immagine di bravi
ragazzi dei Beatles. Nella vita erano tutti amici e lontano dal palco
facevano più o meno le stesse cose. Poi però l'aspetto demoniaco e
minaccioso è diventato parte integrante del messaggio, in una perfetta
identificazione tra arte e vita. Un'evoluzione ben riassunta in questa
frase: "io non ho problemi con le droghe, ho problemi con la polizia".
Il carisma di Keith Richards e la sua leggenda sono universalmente
riconosciuti e hanno avuto una spettacolare celebrazione negli ultimi
capitoli dei Pirati dei Caraibi dove interpreta il papà di Jack Sparrow,
il personaggio che Johnny Depp ha costruito proprio ispirandosi al suo
idolo. D'altra parte basta leggere l'autobiografia, "Life", pubblicata
in Italia tre anni fa, per capire l'eccezionalità di un personaggio che
ha fatto moltissimo per la promozione dell'amore per la musica. E che,
come pochi , ha saputo intrecciare le note con un raffinato sense of
humour: "Scrivere canzoni? Se vuoi chiamarla arte, okay. Ma per quanto mi riguarda, Art è solo il diminutivo di Arthur". Fonte: Ansa
Nessun commento:
Posta un commento