martedì 21 gennaio 2014

Pieve Emanuele, edifici Aler diventano un campo di guerra


Avevano scelto una location pericolosa per giocare alla guerra: i palazzi abbandonati del quartiere. Troppo, e così la polizia locale è intervenuta per allontanare un gruppo di ragazzini ed evacuare lo stabile. Caso Aler a Pieve: mentre il degrado avanza e lo stato di abbandono dell’area, oggetto di un progetto di recupero urbano diventato utopia dopo la scoperta del maxi buco milionario, l’ex zona uffici diventa territorio per guerre simulate e bande di ragazzi che si contendono il territorio.
Al quartiere delle Rose non smetteranno mai di stupirsi i residenti che, in trent’anni, da quando è stato costruito, ne hanno viste veramente di tutti i colori. Tanto che c’è chi ipotizza una sorta di richiesta danni per aver vissuto nel degrado quasi una vita intera. L’ultimo episodio si è verificato domenica mattina: alcuni residenti hanno notato un anomalo movimento all’esterno di uno dei sei edifici rimasti in piedi (gli altri sono stati demoliti gli scorsi anni) e che dovevano essere oggetto di riqualificazione.
Allarmati  sono entrati e hanno notato almeno una trentina di ragazzi fra i 14 e 20 anni che si giocavano alla guerra. Probabilmente si stavano divertendo con le armi di soft air, saltando da un piano all’altro. Il problema è che l’edificio è devastato, rimane in piedi solo le scheletro e poco più e le inside sono molte. «Erano all’interno della palazzina uffici di via dei Gigli, un gruppo di 20/25 ragazzi — spiega Christian Labriola, presidente dell’associazione Amici di via delle Rose —, giocavano con le armi finte e si filmvano. Solo che all’interno di quegli edifici la sicurezza non c’è. Sono molto pericolosi e il rischio che si potessero fare male era elevato. Il problema è che quella è proprietà privata di Aler e dovrebbe essere recintata e messa in sicurezza. Insomma resa inaccessibile e invece l’area è aperta a tutti». Sul posto sono poi intervenuti gli agenti della polizia locale che hanno individuato parte dei ragazzi che giovano alla guerra. «Certo è meglio vederlo divertire all’aria aperta che davanti al computer o attaccati agli smartphone. Ma in quelle palazzine è pericoloso giocare e soprattutto è vietato entrare».Fonte: Il Giorno

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