martedì 28 aprile 2015

San Donato, primario e assistente finiscono sotto inchiesta

Sono finiti sotto inchiesta il luminare dell’aritmologia Carlo Pappone e un suo assistente di origine serba: l’ipotesi sulla quale si indaga è l’esercizio abusivo della professione medica da parte del giovane aiutante del primario. L’indagine, iniziata al Maria Cecilia Hospital di Ravenna, è approdata nei giorni scorsi al Policlinico di San Donato, dove dal primo marzo Pappone è primario del reparto di Elettrofisiologia e Aritmologia. La Procura di Ravenna ha disposto delle perquisizioni tra le corsie del Policlinico di piazza Malan, con l’obiettivo di raccogliere materiale utile all’indagine in corso. Secondo gli inquirenti, il giovane assistente, regolarmente laureato in Serbia, avrebbe esercitato la professione medica nello staff di Pappone senza che il suo titolo di studio fosse mai stato riconosciuto in Italia e, secondo il pm, il suo mentore sarebbe stato a conoscenza del fatto. Per questo motivo, risulta indagato per concorso nell’esercizio abusivo della professione anche Pappone, famoso in tutto il mondo per il suo approccio terapeutico innovativo nelle patologie del ritmo cardiaco e per una tecnica di intervento, chiamata appunto Pappone Approach, che gli ha consentito di operare un cuore a distanza con una tecnologia satellitare e telematica. L’indagine, coordinata dai due pm della Procura di Ravenna, Alessandro Mancini e Cristina D’Aniello, sarebbe iniziata con una lettera scritta da un collega del medico serbo che, prima di suicidarsi, avrebbe scritto nero su bianco un’accusa pesante, secondo cui l’assistente di Pappone, in Italia da cinque anni, avrebbe partecipato a centinaia di interventi eseguiti dallo staff del famoso primario di aritmologia. Pappone, dopo avere lavorato al Maria Cecilia Hospital dal 2009 al febbraio del 2015, un mese e mezzo fa si è trasferito al Policlinico di San Donato con tutto lo staff di cui ha continuato a fare parte il medico serbo, pur senza figurare tra gli operatori contrattualizzati. "Lo specialista oggetto dell’indagine – spiega la Direzione sanitaria del Policlinico - era presente presso la nostra struttura ospedaliera a seguito di un rapporto di apprendimento passivo". L’assistente del primario è considerato dal Policlinico come «medico osservatore»: ha il permesso di entrare in sala operatoria esclusivamente per guardare, quindi può assistere alle procedure alla stregua di uno studente senza però intervenire. Nessun commento, invece, sulla posizione di Carlo Pappone. La perquisizione avvenuta nei giorni scorsi dovrebbe avere appurato che il medico serbo non operava ma l’esito delle indagini è ancora tutto un mistero. Fonte: Il Giorno

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