Alcuni dossier del centro di Ispra, tenuti all’oscuro dei cittadini per anni, segnalano la presenza di metalli pesanti, diossina e sostanze potenzialmente pericolose per i geni umani, in 12 ettari agricoli del territorio.
Carpiano, i cittadini pretendono spiegazioni
sulla situazione della potabilità dell’acqua, in seguito ad alcune analisi che
hanno rilevato la presenza di diossina e metalli pesanti nel terreno. Si sono
presentati al Consiglio Comunale lunedì sera, guidati da Paolo Ferloni,
portavoce del comitato “Cittadini per il territorio” di Pairana, colui che ha
scoperto un anno fa i dossier elaborati dal Centro di Ispra, nei quali sono
venute alla luce analisi del terreno inquietanti. Ben 7
rapporti elaborati da 48 ricercatori mostrano come dal
2002 siano
stati effettuate delle rilevazioni su 12
ettari che si trovano nel territorio posto tra Carpiano e Landriano. Il
Comune ha iniziato ad occuparsi della questione solamente nel 2007, senza far trapelare nulla al di fuori delle mura
municipali, e soprattutto senza appurare la veridicità delle analisi
effettuando maggiori controlli sul terreno e sui prodotti ivi coltivati e
destinati alla vendita. Otto anni di silenzio che hanno fatto inferocire i cittadini, poiché
per tutto questo periodo di tempo hanno bevuto dai propri rubinetti di casa
senza il minimo sospetto. Ora però la preoccupazione è tanta e pretendono di
sapere se la falda acquifera sia inquinata o meno, come anche il terreno. A
interessarsi personalmente del caso in seguito alla segnalazione di alcuni
cittadini, è stata la consigliera del Movimento 5 stelle Iolanda
Nanni, da sempre in prima linea per denunciare i
problemi ambientali del territorio lombardo, che ha presentato
un’interrogazione al Pirellone. Le
due ricerche Ispra che hanno scatenato la paura tra i residenti, attestano la contaminazione
oltre i limiti di legge dei terreni da metalli pesanti, Pcb, furani, composti
geno-tossici, ovvero in grado di alterare il Dna, insieme alla possibilità di
causare tumori. Queste sostanze tossiche avrebbero causato
l’inquinamento del suolo, anche se è ancora da verificare la situazione della
falda acquifera. Il problema del suolo è maggiormente grave se si considera che
questa è una zona agricola e di conseguenza l’inquinamento avrebbe maggiori ricadute
tossiche e nocive sulla catena agro-alimentare.
L’allarmismo è comprensibile guardando ai dati: i livelli di diossina presenti
nel suolo sarebbero 25 volte superiori ai limiti di legge a causa di presunti «sversamenti pirata».
Ispra ipotizza quindi uno “spargimento pirata”
di rifiuti tossici sui terreni, e nello studio 2011 denuncia uno “stato di
compromissione del suolo e della stessa vita degli organismi vegetali e animali
che sono presenti nel suolo” della zona . Si spera in un intervento immediato della
Regione e che sia fatta chiarezza anche per il bene dei cittadini di Carpiano e
Landriano. Fonte: 7giorni
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