venerdì 12 agosto 2016

Rubavano moto di grossa cilindrata in tutto il territorio: 7 arresti da parte dei carabinieri di San Donato


Erano specializzati in costose moto di grossa cilindrata, che rubavano, facevano a pezzi e poi piazzavano sul mercato nero, ricavando così introiti per decine di migliaia di euro. Ci hanno pensato però i carabinieri della Compagnia di San Donato a smantellare il loro redditizio traffico, arrestandoli con le accuse di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio. A finire in manette è stata una banda composta da 7 persone che, dal 2014 ad oggi, avrebbe messo a segno almeno una sessantina di colpi. I militari sandonatesi, al termine di una complessa indagine durata un anno, sono riusciti a ricostruire nel dettaglio il modus operandi della banda e la precisa ripartizione dei ruoli che vigeva al suo interno. Per prima cosa i fermati partecipavano ad aste on-line di moto molto costose, oppure si fingevano interessati all’acquisto di bolidi messi in vendita da privati sulle piattaforme internet. A quel punto contattavano il venditore e prendevano un appuntamento per visionare da vicino il mezzo. In questo modo potevano effettuare una sorta di sopralluogo preliminare, che serviva loro per rendersi conto di dove la motocicletta fosse custodita. A quel punto, in alcuni casi anche la notte stessa, passavano all’azione ed eseguivano il furto. La moto sottratta veniva poi caricata su un furgone e trasportata in un box a San Donato, dove veniva il più delle volte fatta a pezzi per rivenderne le parti di ricambio sul mercato nero oppure on-line. In base a quanto ricostruito dai carabinieri, 4 dei 7 arrestati (un carpianese, un sandonatese e due melegnanesi) erano gli esecutori materiali dei furti, mentre i restanti componenti (di Valera Fratta, Bascapè e Milano), fungevano da piazzisti delle parti smontate. Le indagini dei carabinieri erano partite esattamente un anno fa, nell’agosto del 2015, a seguito del furto di una Ducati consumatosi a Melegnano. La moto, grazie al Gps installato, era stata recuperata nei giorni seguenti la denuncia del proprietario proprio nel box di San Donato, accanto a numerose parti di ricambio appartenenti ad altri mezzi di provenienza ignota, molti dei quali col numero di telaio ribattuto. Da allora i militari sandonatesi hanno iniziato a dipanare l’intricata matassa, che ha gradualmente portato a disvelare le trame dell’organizzazione. In base a quanto accertato dagli uomini dell’Arma, le sottrazioni dei bolidi a due ruote venivano messe a segno principalmente nel Sudmilano, ma anche nelle provincie di Lodi, Pavia, Como e Bergamo. Tuttavia è emerso come la banda avesse contatti per i furti persino in Piemonte ed Emilia Romagna. Gli arrestati, tutti cittadini italiani, sono volti noti alle forze dell’ordine per precedenti reati contro il patrimonio. Le indagini dei carabinieri di San Donato sono però tutt’altro che concluse e si stanno concentrando sulla rete dei ricettatori, che potrebbe essere molto più vasta. Fonte: 7giorni

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