Foto storicaE' comune posto vicino alla sinistra del Po, al confine della provincia di Piacenza, al cui ducato appartenne, insieme ad altri comuni della riva sinistra, fino al 1797, anno della proclamazione della Repubblica Cisalpina, quando venne unito al territorio lodigiano. Appartenenza peraltro più amministrativa che di fatto, in quanto oggi come allora la popolazione gravita più verso il capoluogo emiliano che verso Lodi, per ragioni di lavoro e di commercio. Le origini dell'abitato vanno ricercate nella presenza, fin dal secolo VIII, di un fiorente porto fluviale, situato sulla sponda destra del Po,nelle vicinanze dell'antica Porta Borghetto di Piacenza: uno scalo commerciale di grande importanza, accanto al quale sorgeva anche un ponte, probabilmente di barche, le cui prime notizie risalgono all'epoca del Barbarossa. Ma anche in età romana doveva funzionarvi un mezzo di trasporto per i collegamenti fra le due rive.Un gran numero di persone era addetto alla manutenzione del porto, alla riscossione dei pedaggi, alla navigazione fluviale ed ai vari lavori di manutenzione delle barche e di carico delle merci che vi transitavano. Si può quindi ritenere che le prime abitazioni sorte sulla riva sinistra del fiume fossero quelle dei "navaroli", cioè dei lavoratori del porto. Questa popolazione che basava la propria economia sul fiume, dovette però difendersi dalla forza distruttiva delle sue acque, che ripetutamente inondavano il territorio: nella piena del 907, ricordata dall'Agnelli nella sua "storia del territorio lodigiano",e nella primavera del 1917 e 1926, in seguito fu dato largo impulso alle opere di difesa arginale.
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