sabato 13 settembre 2008

Metrò, bocciato il progetto fino a Paullo

La Corte dei conti: "Costi eccessivi, è meglio puntare sul treno"

Da anni i Comuni dell´Est di Milano lo invocano. Ma adesso il prolungamento della linea 3 della metropolitana da San Donato Milanese a Paullo rischia di saltare l´appuntamento con l´Expo. A bocciare il progetto preliminare dell´opera è stata la corte dei Conti.
L´assessore provinciale alla Mobilità, Paolo Matteucci, si dichiara «esterrefatto» e non usa mezzi termini per imputare al governo «disinteresse» nei confronti delle infrastrutture di Milano: «Se non c´è la volontà di superare gli ostacoli, rischiamo di arrivare al 2015 con la stessa dotazione di trasporto pubblico di oggi, assolutamente insufficiente».
Ma l´assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, è ottimista: «Siamo sempre convinti che questo intervento debba essere realizzato e stiamo già lavorando per ripresentare al Cipe un documento ineccepibile: ci vorrà solo qualche settimana». E a Matteucci risponde: «Buttarla in politica è una fantasia di cattivo gusto: la corte dei Conti non è un organo politico e a essere stato bocciato è un provvedimento fatto in modo forse un po´ troppo frettoloso dal governo Prodi».
Sarebbero dovuti partire ad agosto 2009, i lavori della M3, per concludersi a fine luglio 2014. Ora arriva lo stop. A esprimersi è la sezione del controllo di legittimità sugli atti del governo, chiamata a dare un parere sull´approvazione dell´opera da parte del Cipe lo scorso dicembre. Un parere negativo. Due i motivi: il primo è un passaggio procedurale che il progetto avrebbe dovuto seguire per essere inserito nella corsia preferenziale della legge obiettivo. Il secondo: il Cipe non avrebbe tenuto conto del parere di una Commissione per le metropolitane (non vincolante) che aveva sollevato critiche chiedendo una «rivisitazione progettuale» e una riduzione dei costi attraverso le tratte interrate.
La Commissione chiedeva di «valutare la possibilità di un diverso sistema di trasporto pubblico, quale per esempio quello ferroviario». Infine l´affondo legato ai costi: «Risultano esorbitanti». Tutti problemi procedurali, attacca però Matteucci, «che sono gli stessi legati alla progettazione della M5, che invece è stata approvata lo scorso primo agosto». La conclusione: «Ci chiediamo le motivazioni di una tale disparità di trattamento, che provocherà a cascata un ritardo di mesi nella riapprovazione del finanziamento. La Regione si faccia promotrice di un incontro con il ministro Matteoli per confermare gli impegni presi e recuperare il tempo perduto».
Una posizione distante da quella dell´assessore comunale alla Mobilità, Edoardo Croci: «È utile realizzare i prolungamenti extraurbani, ma in termini di sviluppo della rete metropolitana abbiamo sempre indicato prioritarie soprattutto la M4, la M5 e la M6: servono territori densamente abitati e un numero di passeggeri più elevato». Il progetto prevede altri 14,7 chilometri di binari per collegare San Donato a Paullo, con il 55 per cento del tracciato realizzato in sotterraneo, il 22 in superficie, l´11 in trincea e il 12 per cento su viadotto o ponti.
Otto le fermate, le prime cinque sotterranee. Costo dell´opera: 798 milioni (lo Stato dovrebbe metterne 319,2 e 478,8 gli enti locali). MM sta realizzando il progetto definitivo, che dovrebbe essere pronto entro l´anno e in cui si impegna a motivare meglio perché secondo le loro valutazioni la metropolitana è la scelta migliore rispetto alla ferrovia.
Fonte: La Repubblica

Metrò, la rabbia del Sudmilano

Mazzola: «Noi avevamo già deciso, ma la Corte dei conti mette in discussione le priorità».Sindaci inviperiti dopo la bocciatura del progetto.

Lo stop improvviso alla metropolitana fino a Paullo, bocciata nella scorsa settimana alla Corte dei conti, ha messo in apprensione il Sudmilano. Parla per tutti i sindaci Claudio Mazzola, primo cittadino di Paullo, che oltre a esprimere l’amarezza del territorio ha richiamato al loro ruolo i giudici contabili che non devono esprimere giudizi politici. Perché il fatto grave nel parere della Corte dei conti è proprio la messa in discussione delle priorità: ferrovia leggera (più economica, secondo la Commissione delle metropolitane) oppure metropolitana. I sindaci hanno già deciso: linea gialla fino alle porte di Zelo, per la quale a marzo sarà già pronto il progetto definitivo. È stato previsto negli accordi per la viabilità e il trasporto pubblico, sottoscritti per la realizzazione della tangenziale est esterna, subordinando quest’ultima al passante ferroviario per Lodi e alla linea tre allungata ben oltre San Donato. «Se non saranno rispettati gli accordi per la metropolitana, tutto il resto dovrà essere messo in discussione», ribadisce il consigliere provinciale Massimo Gatti. Il concetto è semplice: «Non si può mantenere un accordo quando qualcun altro è inadempiente - continua Gatti -; ci vuole qualcosa di scritto: un impegno serio. Il parere della Corte dei conti è arrivato solo dopo un altro grave fallimento: la mancata sigla del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che il 30 luglio non ha voluto prendere impegni concreti durante la sua visita in regione: in altre parole, quando si inizia l’opera, quando questa verrà ultimata, quali finanziamenti ci saranno a disposizione. Non siamo figli di un dio minore». Sia Gatti che i sindaci del Sudmilano esprimono malcontento per l’umiliazione del territorio a sud della metropoli, di fronte a una catalizzazione delle risorse in un unico senso: vengono finanziati e passati gli altri progetti sulla rete metropolitana, non quello sudmilanese. Si fa persino il collegamento metropolitano Linate verso la zona ovest di Milano, per molti evitabile grazie al passante ferroviario. «Eppure - attacca Gatti - si fanno le pulci al Sudmilano per la metropolitana o la ferrovia leggera. Non scherziamo: il territorio ha già deciso». Nel merito rincara la dose il sindaco di Paullo Mazzola, che riafferma che i giudici contabili si sarebbero spinti oltre nel rilievo sull’opzione ferroviaria al posto di quella metropolitana nell’area. «La decisione politica spetta ad altri», conclude. Il quadro generale del progetto lo spiegano invece l’ex sotto segretario all’ambiente Gianni Piatti e il consigliere provinciale di Cremona Pierluigi Tamagni ex dipendente di Metropolitane milanesi. «Il passaggio al Comitato interministeriale per la programmazione economica, è stato fatto - spiegano Piatti e Tamagni - e l’impasse potrebbe essere causata da una carenza di documentazione. La copertura di 150 milioni di euro c’era. Probabilmente abbisognava di una specifica di dettaglio. Le istituzioni devono tornare a far sentire la loro voce ed apportare nel tempo più breve gli adeguamenti richiesti, perché questa è un’opera indispensabile».
Fonte Il Cittadino

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...