mercoledì 29 ottobre 2008

Gli ambientalisti ora chiedono un coordinamento fra le tre province

Un ambiente ideale per il bracconaggio, in particolare la caccia indiscriminata agli uccellini: questa è la collina di San Colombano, con i suoi boschi, le vallate e le coste.

In poco meno di 15 chilometri quadrati si incontrano i confini amministrativi di tre province, Milano, Lodi e Pavia. Territori diversi e calendari venatori differenti sono le coordinate su cui i bracconieri fanno la loro fortuna. Nell’ambito territoriale di caccia 3 pavese, poi, ci sono spesso posti liberi che vengono occupati da cacciatori bresciani e bergamaschi. Appostamenti fissi e mobili sono posizionati a confine tra il territorio di Pavia e quello di Milano o di Lodi. I bracconieri si spostano da una parte all’altra evitando i controlli, che ogni polizia locale può effettuare soltanto sul territorio di propria competenza. E i confini amministrativi non cadono in corrispondenza di elementi geografici netti e riconoscibili, al punto che le stesse mappe regionali e provinciali non avrebbero una corrispondenza precisa. Segnalazioni di sospetti casi di bracconaggio in collina sono già state effettuate diverse volte da Wwf e Picchio Verde, l’associazione ambientalista banina. «Siamo molto soddisfatti di questa operazione, ma non basta - dice Maurizio Papetti, presidente del Picchio Verde -. La polizia provinciale di Pavia ha fatto un ottimo lavoro, ma noi chiediamo agli assessori competenti delle tre province di trovare un accordo per un coordinamento nella sorveglianza e nella repressione di questi fenomeni, anche insieme alle guardie forestali e alle guardie venatorie volontarie».
Fonte: Il Cittadino

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