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Ci vorranno quattro anni e circa 46 milioni di euro per eliminare 17,4 chilometri di rete elettrica aerea: in pratica, tutti gli elettrodotti, inglobati ad oggi nel centro abitato, saranno eliminati. «Sembra un miracolo raccontato così», ha commentato uno dei cittadini alla presentazione del progetto lunedì sera al teatro Nebiolo, a cui hanno preso parte la dottoressa Nicoletta Rivabene e l’ingegnere Pierluigi Zanni di Terna, il primo cittadino di Tavazzano Giuseppe Stroppa, e il presidente della provincia di Lodi, Lino Osvaldo Felissari. Terna, che è oggi la società responsabile in Italia dello sviluppo delle infrastrutture elettriche di trasmissione, ha intenzione di stanziare nei prossimi cinque anni circa 100 milioni per l’ottimizzazione della rete, di cui circa 46 milioni verranno investiti in territorio lodigiano, per la costruzione di un nuovo elettrodotto a 380 Kv tra le stazioni di Chignolo Po e Maleo, toccando i territori dei comuni di Maleo, Corno Giovane, Fombio, Orio Litta, San Fiorano, Santo Stefano e Somaglia, che consentirà di eliminare i colli di bottiglia che attualmente gravano la rete, con un recupero di efficienza energetica pari a 400 MW, eliminando 225 tralicci e liberando circa 230 ettari di territorio. «È una scelta di consenso, che dimostra come i comuni stiano imparando a ragionare nella logica di un territorio coeso, una comunità», ha detto il presidente Felissari, mentre il sindaco Stroppa ha ripercorso le tappe storiche della convivenza di Tavazzano con gli elettrodotti. «La storia del nostro territorio è da sempre caratterizzata dalla presenza di un vasto numero di elettrodi e la stessa pianificazione urbanistica ne ha dovuto tenere conto - ha commentato il primo cittadino - ; oggi siamo di fronte ad una svolta epocale, che cambierà il volto di questa città, i suoi orizzonti». «La musica è cambiata, non si può continuare ad aggiungere strutture ad un territorio che è già sovraccarico - ha commentato Nicoletta Rivabene di Terna - ; abbiamo intenzione di rendere il Lodigiano una terra d’eccellenza dal punto di vista della distribuzione energetica e in quest’ottica per le nuove strutture verranno utilizzati pali monostelo, che limitano il consumo di suolo». Ora non resta che attendere le autorizzazioni ministeriali, per cui potrebbero volerci anche due anni.
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
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