In alcune aziende cali di produzione di oltre il 40 per cento.Una vendemmia a due facce, con un’ottima resa qualitativa e un po’ di generica sofferenza sulla quantità, che in alcuni casi però è arrivata anche a diminuzioni di produzione di oltre il 40 per cento.Si è ormai conclusa in settimana la raccolta delle uve praticamente per tutti i viticoltori della collina di San Colombano, ed è già tempo di primi bilanci.
«San Colombano, come al solito, ha avuto una situazione meno difficile di altre zone anche vicine, come l’Oltrepo - spiega il direttore del Consorzio Volontario San Colombano doc Marco Tonni -. In molte aree del nord Italia, maggio e giugno molto piovosi hanno portato problemi di fecondazione e allegazione con caduta di fiori e acinelli anche nei vigneti mantenuti s
ani dagli interventi antiparassitari. E il tutto ha aperto la strada a malattie fungine gravi, tra tutte la Peronospora. San Colombano ha tenuto bene, tutto sommato, anche se abbiamo registrato problemi anche qui».L’esito di quei due mesi difficili è stato una netta differenza di tenuta e produzione tra le aziende più strutturate e più pronte a fronteggiare le difficoltà e quelle più a conduzione familiare, gli hobbisti e i viticoltori amatoriali. A queste ultime categorie sono da affiancare le aziende collinari più piccole e quelle a conduzione esclusivamente o prevalentemente biologica, che pur limitando i danni hanno avuto perdite considerevoli, con punte al 30 o 40 per cento di quantità in meno.«In alcune zone abbiamo riscontrato perdite fino al 70 per cento delle uve, sia per i grappoli meno pesanti sia proprio per la mancata maturazione - afferma Marco Tonni -. In generale, però, non ci si può lamentare, e anzi mi risulta che alcune aziende ben strutturate hanno avuto cali molto contenuti o volumi nella norma».È Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento turismo del vino lombardo e viticoltore banino a dettagliare la situazione.
«Personalmente sono sofferente su Croatina, Cabernet e Merlot, con cali anche oltre il 30 per cento, mentre le altre uve sono state nella norma - dice Pietrasanta -. E la situazione mi sembra simile un po’ per tutti, anche se ci sono state zone collinari particolarmente colpite dalla malattia in primavera».A fronte di queste difficoltà di quantità, negate però da altre importanti aziende banine, la maturazione di agosto è stata eccezionale, con una promessa implicita di grande qualità.
«La maturazione è stata ottima, non tanto in termini di accumulo zuccherino, cioè di alcol, quanto di caratteristiche polifenoliche, struttura, colore e profumi - conclude Tonni -. Se poi si considera che San Colombano è un territorio vocato alla gradazione alcolica, mi aspetto dei vini complessi, ben fruttati, eleganti ed equilibrati, in linea con le migliori annate, che anche ultimamente non sono mancate».
«San Colombano, come al solito, ha avuto una situazione meno difficile di altre zone anche vicine, come l’Oltrepo - spiega il direttore del Consorzio Volontario San Colombano doc Marco Tonni -. In molte aree del nord Italia, maggio e giugno molto piovosi hanno portato problemi di fecondazione e allegazione con caduta di fiori e acinelli anche nei vigneti mantenuti s
ani dagli interventi antiparassitari. E il tutto ha aperto la strada a malattie fungine gravi, tra tutte la Peronospora. San Colombano ha tenuto bene, tutto sommato, anche se abbiamo registrato problemi anche qui».L’esito di quei due mesi difficili è stato una netta differenza di tenuta e produzione tra le aziende più strutturate e più pronte a fronteggiare le difficoltà e quelle più a conduzione familiare, gli hobbisti e i viticoltori amatoriali. A queste ultime categorie sono da affiancare le aziende collinari più piccole e quelle a conduzione esclusivamente o prevalentemente biologica, che pur limitando i danni hanno avuto perdite considerevoli, con punte al 30 o 40 per cento di quantità in meno.«In alcune zone abbiamo riscontrato perdite fino al 70 per cento delle uve, sia per i grappoli meno pesanti sia proprio per la mancata maturazione - afferma Marco Tonni -. In generale, però, non ci si può lamentare, e anzi mi risulta che alcune aziende ben strutturate hanno avuto cali molto contenuti o volumi nella norma».È Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento turismo del vino lombardo e viticoltore banino a dettagliare la situazione.
«Personalmente sono sofferente su Croatina, Cabernet e Merlot, con cali anche oltre il 30 per cento, mentre le altre uve sono state nella norma - dice Pietrasanta -. E la situazione mi sembra simile un po’ per tutti, anche se ci sono state zone collinari particolarmente colpite dalla malattia in primavera».A fronte di queste difficoltà di quantità, negate però da altre importanti aziende banine, la maturazione di agosto è stata eccezionale, con una promessa implicita di grande qualità.
«La maturazione è stata ottima, non tanto in termini di accumulo zuccherino, cioè di alcol, quanto di caratteristiche polifenoliche, struttura, colore e profumi - conclude Tonni -. Se poi si considera che San Colombano è un territorio vocato alla gradazione alcolica, mi aspetto dei vini complessi, ben fruttati, eleganti ed equilibrati, in linea con le migliori annate, che anche ultimamente non sono mancate».
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