domenica 2 novembre 2008

DALAI LAMA, TIBET CONDANNATO A MORTE DA PECHINO

TOKYO - Il regime cinese sta condannando a morte il Tibet, ha dichiarato il Dalai Lama, capo spirituale dei tibetani, che ha anche ribadito la sua decisione di mettersi almeno parzialmente da parte. Prima delle Olimpiadi il Dalai Lama si era fatto promotore di una linea basata sul dialogo con Pechino, nella convinzione di potere strappare concessioni alla Cina in cambio della rinuncia alla completa indipendenza.
Questa linea, che aveva fin dall'inizio suscitato critiche tra i gruppi politici tibetani dissidenti, si è rivelata a parere dello stesso Dalai Lama perdente. La futura linea politica sarà discussa nel corso di una riunione di tutte le correnti della comunità tibetana in esilio il 17 novembre a Dharamsala, in India. Il settantatreenne Premio Nobel per la pace, che da decenni guida il movimento, vi svolgerà un ruolo da "semi-pensionato", come egli stesso ha detto. Parlando a Tokyo, il Dalai Lama oggi ha affermato che "i tibetani sono condannati a morte. Questa antica nazione e la sua eredità culturale stanno morendo... Oggi la situazione assomiglia a una occupazione militare di tutto il territorio. E' come se fossimo sotto la legge marziale. La paura, il terrore e le campagne di rieducazione politica causano molte sofferenze".
Fonte: Ansa - 2008-11-02 13:23

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