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Questa linea, che aveva fin dall'inizio suscitato critiche tra i gruppi politici tibetani dissidenti, si è rivelata a parere dello stesso Dalai Lama perdente. La futura linea politica sarà discussa nel corso di una riunione di tutte le correnti della comunità tibetana in esilio il 17 novembre a Dharamsala, in India. Il settantatreenne Premio Nobel per la pace, che da decenni guida il movimento, vi svolgerà un ruolo da "semi-pensionato", come egli stesso ha detto. Parlando a Tokyo, il Dalai Lama oggi ha affermato che "i tibetani sono condannati a morte. Questa antica nazione e la sua eredità culturale stanno morendo... Oggi la situazione assomiglia a una occupazione militare di tutto il territorio. E' come se fossimo sotto la legge marziale. La paura, il terrore e le campagne di rieducazione politica causano molte sofferenze".
Fonte: Ansa - 2008-11-02 13:23
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