giovedì 6 novembre 2008

Tre province unite per la collina

Gli assessori: «Le polizie locali da sole non bastano. Servono i volontari».Lodi, Pavia e Milano pronte a collaborare contro il bracconaggio.

Le province di Milano, Lodi e Pavia unite nel controllo del territorio collinare? Le dichiarazioni d’intenti dei rispettivi assessori sono positive, e l’estensione del Parco della Collina di San Colombano a Lodi e Pavia potrebbe essere un ulteriore spinta al progetto.All’indomani dell’annuncio dell’operazione antibracconaggio, avvenuta a Miradolo Terme per merito dei vigili del settore caccia e pesca della provincia di Pavia, le associazioni locali Picchio Verde e Wwf avevano scritto agli assessori delle tre province per chiedere un coordinamento a tre per il controllo del territorio.Oltre a migliorare i servizi di pattugliamento della collina, tale accordo potrebbe risolvere il problema amministrativo dei controlli, che non possono essere svolti dai vigili di ciascuna provincia fuori dal proprio territorio di competenza, con evidenti limiti nell’efficacia delle operazioni di polizia in zone di confine.«Noi abbiamo già proposto a livello generale un coordinamento delle polizie locali per il pattugliamento delle strade provinciali di confine e in generale per il controllo del territorio nelle zone ai limiti delle province - dice l’assessore della provincia di Milano Alberto Grancini -. La proposta, che è ancora in fase progettuale, potrebbe rivelarsi utile anche per il territorio di San Colombano in chiave antibracconaggio».Concordano con il collega di Milano sia l’assessore della provincia di Lodi Antonio Bagnaschi sia quello di Pavia Mario Anselmi.«Da parte nostra la disponibilità non manca - afferma Bagnaschi -. Qualsiasi operazione possa aumentare l’efficacia dei controlli è sempre da prendere in considerazione. Si tratta soltanto di capire chi farà il primo passo per la convocazione di un tavolo di lavoro, giusto per dare concretezza alla questione». Gli fa eco Mario Anselmi: «Siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa contro il bracconaggio e siamo disposti a sederci attorno a un tavolo anche domani. In attesa del coordinamento, però, i vari servizi di vigilanza potrebbero comunicare di più tra di loro e segnalarsi reciprocamente gli interventi, magari programmando iniziative congiunte».Ovviamente, però, questa soluzione da sola non potrebbe bastare a garantire un controllo efficace e costante nel tempo: manca la componente volontaria locale.«Si può fare una convenzione per lo sconfinamento delle rispettive polizie provinciali, e quindi mettere a disposizione risorse per i controlli da fare insieme. Ma rimane impensabile stabilire un presidio fisso sulla collina - continua Alberto Grancini della provincia di Milano -. Quello che serve davvero è la collaborazione dei volontari presenti sul territorio, ma in zona mi sembra che non ci siano molte guardie ecologiche volontarie o guardie venatorie. Sono loro che possono fare la differenza, facendo da sentinelle in loco: oltre le dichiarazioni d’intenti, dal territorio ci aspettiamo anche risposte concrete da aggiungere alle nostre proposte».
Fonte: Il Cittadino

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