giovedì 6 novembre 2008

Il futuro di Viboldone è tracciato

Pronto il progetto, che deve essere approvato dalla giunta: si punta sulla conservazione degli immobili.Sarà recuperato l'angolo più suggestivo di San Giuliano.

Per Viboldone il domani è alle porte: nella serata del 17 novembre il nuovo disegno definitivo debutterà in aula consiliare. Prima della fine dell’anno verranno compiuti i passi strategici che daranno certezze al Piano di recupero, che in aula consiliare verrà solamente illustrato, per essere poi licenziato dalla giunta.Dopo un iter che ha alle spalle un decennio ricco di ipotesi puntualmente naufragate, e un Programma Integrato di Intervento approvato in consiglio comunale e poi annientato dai vincoli imposti dalla Soprintendenza, sul tappeto viene posta la soluzione che ha messo d’accordo tutte le parti in gioco.L’attuale progetto, che avrà il ruolo di strappare dal degrado una delle nicchie più suggestive del Sudmilano, ha visto infatti comune, proprietà e sovrintendenza condividere una soluzione che punta alla tutela dell’antico borgo dall’elevato valore storico, ambientale e spirituale che ospita la casa degli umiliati. La strategia, come reso noto nei mesi scorsi dai vertici del comune, punta: sulla conservazione degli immobili esistenti, con un contenuto incremento volumetrico; sulla chiusura al traffico di via Folli, dove potranno transitare solo i futuri residenti; sulla cessione al comune della Corte Grande, che probabilmente si trasformerà in un piccolo decentramento dell’Università Statale; sull’insediamento di piccole attività commerciali.Saranno impatti morbidi, che lasceranno aperto il cannocchiale visivo sul borgo.Sono state così accolte le richieste avanzate dal sindaco Marco Toni in una lettera datata 18 gennaio 2008 e indirizzata al ministero ai Beni culturali. Visti i nuovi paletti, il documento puntava a far si che venissero alleggeriti i rigidi limiti imposti, in modo tale da consentire quel minimo di edificato per rianimare la parte di San Giuliano ormai da anni deserta, dove sorgono le vecchie case dei salariati, che necessitano da tempo di manutenzione. Il primo cittadino sangiulianese per l’occasione faceva notare che il vincolo conservativo totale avrebbe avuto gravi conseguenze, «perché da una parte non consentirebbe alcun intervento di recupero e dall’altra non conserverebbe proprio nulla, anzi, provocherebbe un peggioramento della situazione». L’istanza è stata accolta. Da quella lettera è così partita una nuova staffetta che si sta avviando ad assumere risvolti concreti.Il primo passaggio si terrà nelle prossime settimane, nell’ambito di una parentesi formale dedicata alla politica. A breve, dopo traversie, Viboldone dovrebbe avere dalla sua parte solo certezze, che lasceranno spazio al capitolo operativo, ovvero ai cantieri che daranno un futuro al gioiello di San Giuliano.
Fonte: Il Cittadino

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