«Purtroppo penso che il governo Berlusconi voglia puntare sulla riapertura della centrale di Caorso».
Lo ha affermato Mario Agostinelli, già ricercatore all’Enea (Ente per le nuove tecnologie per l’energia e l’ambiente), che è intervenuto nei giorni scorsi all’interno dell’istituto Itis “Volta” di Lodi.
Un’iniziativa promossa dal coordinamento per la scuola pubblica per mettere al centro della riflessione le tematiche energetiche e contestare la scelta avanzata dal governo di centrodestra di ridurre drasticamente le ore di laboratorio nelle scuole superiori.
L’occasione è stata quindi propizia per fare il punto sugli scenari che si potrebbero aprire in futuro, considerato l’annuncio dell’esecutivo di rilanciare in Italia il nucleare.
A margine della serata, il consigliere regionale di Rifondazione comunista ha quindi osservato: «La possibilità di una riconversione al nucleare a Tavazzano è alquanto improbabile, mentre è possibile che si decida di riaprire il sito di Caorso; per una sua messa a regime servirebbero però diversi anni di preparazione». Queste considerazioni sono state espresse nel corso di un interessante incontro in cui Agostinelli ha voluto dimostrare, con una larga dovizia di elementi e dettagli, che la campagna avviata dal governo per favorire un ritorno al nucleare non ha fondamenti di natura tecnico-scientifica, ma è frutto di «un’impostazione che è meramente ideologica e politica». Per l’esponente di Rifondazione ed esperto in materia energetica, il nucleare continua a costare troppo, comporta enormi rischi ambientali e in più la sua introduzione non risolve la questione della scarsità delle fonti.
Numeri alla mano, è stato dunque esposto quale dispendio economico richiede la realizzazione di un reattore e altre strutture per produrre energia, oltre ai tempi davvero lunghi per far funzionare bene il sito e l’inquinamento che tutto ciò produce.
Per questo la via più breve per provare ad abbassare la temperatura del pianeta e allungare la disponibilità delle riserve energetica, è quella di combinare riduzione dei consumi e maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili.
Fonte: Il Cittadino
Un’iniziativa promossa dal coordinamento per la scuola pubblica per mettere al centro della riflessione le tematiche energetiche e contestare la scelta avanzata dal governo di centrodestra di ridurre drasticamente le ore di laboratorio nelle scuole superiori.
L’occasione è stata quindi propizia per fare il punto sugli scenari che si potrebbero aprire in futuro, considerato l’annuncio dell’esecutivo di rilanciare in Italia il nucleare.
A margine della serata, il consigliere regionale di Rifondazione comunista ha quindi osservato: «La possibilità di una riconversione al nucleare a Tavazzano è alquanto improbabile, mentre è possibile che si decida di riaprire il sito di Caorso; per una sua messa a regime servirebbero però diversi anni di preparazione». Queste considerazioni sono state espresse nel corso di un interessante incontro in cui Agostinelli ha voluto dimostrare, con una larga dovizia di elementi e dettagli, che la campagna avviata dal governo per favorire un ritorno al nucleare non ha fondamenti di natura tecnico-scientifica, ma è frutto di «un’impostazione che è meramente ideologica e politica». Per l’esponente di Rifondazione ed esperto in materia energetica, il nucleare continua a costare troppo, comporta enormi rischi ambientali e in più la sua introduzione non risolve la questione della scarsità delle fonti.
Numeri alla mano, è stato dunque esposto quale dispendio economico richiede la realizzazione di un reattore e altre strutture per produrre energia, oltre ai tempi davvero lunghi per far funzionare bene il sito e l’inquinamento che tutto ciò produce.
Per questo la via più breve per provare ad abbassare la temperatura del pianeta e allungare la disponibilità delle riserve energetica, è quella di combinare riduzione dei consumi e maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili.
Fonte: Il Cittadino
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