Se il prestigio e la credibilità delle guide nazionali dei migliori vini sono in discesa, ci pensa comunque un superesperto a certificare le potenzialità e i progressi di un territorio come quello della collina di San Colombano. «Dopo 30 anni di vendemmie e di vini fatti in tutto il mondo, dall’Australia alla Cina, ho scoperto con stupore che le migliori produzioni potevo farle a pochi minuti da casa, su questa piccola collina in provincia di Milano», a parlare è Donato Lanati, uno dei massimi enologi mondiali, wine-maker richiestissimo e da pochi mesi consulente della Poderi di San Pietro, la più grande azienda vitivinicola di San Colombano, fuori dalle guide 2009 anche a causa dei noti problemi societari che si sono risolti solo in estate con il passaggio della proprietà a Modesto Volpe, Giuseppe Apicella e Giuliano Toninelli.«San Colombano come territorio ha due fortune che raramente si incontrano: una pendenza della terra perfetta per riflettere la luce del sole dal terreno all’interno dei filari, caratteristica che garantisce un’esplosione di profumi, e un microclima unico per posizione orografica, con una corrente continua e una leggera ventilazione che favoriscono la crescita dell’uva - spiega Lanati-. A questo poi si aggiunge la componente umana che è sempre rilevante, e la tradizione di San Colombano ha portato a un buon livello. Nella cantina della Poderi ho trovato tanta intelligenza tecnologica nella sua progettazione e realizzazione, e quindi abbiamo tutti gli strumenti per vinificare al meglio e tirar fuori grandi risultati dal territorio».A fare la differenza rispetto ad altre zone è secondo Lanati il rapporto tra quantità e qualità, con un giudizio eccezionale sulla buccia delle uve banine, l’elemento dove si concentra la qualità successiva del vino. «Quest’anno, qui a San Colombano, ho fatto i migliori bianchi della mia carriera, mentre per i rossi sono rimasto allibito da tanta qualità. È ancora presto per dirlo e non ho chiuso tutte le analisi, ma sono convinto di avere per le mani grandi vini», dice con grande entusiasmo l’enologo.Con queste premesse e tanta convinzione, non possono mancare le promesse per il futuro: «Sono certo che in pochi anni questa azienda e questo territorio potranno reggere confronti forti, molto importanti - conclude Lanati -. Tra non molto, il vino di San Colombano non avrà paura a stare nei primi cento vini al mondo della prestigiose classifica di Wine Spectator, la “Bibbia” internazionale dell’enologia».
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
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