Un treno della Milano-Mantova si è fermato in aperta campagna per un guasto.Fermi in aperta campagna con un ritardo di 150 minuti.
Fermi in aperta campagna sotto il sole cocente. Naturalmente senza aria condizionata. I pendolari lodigiani si sono ritrovati alle prese con l’ennesima disavventura, quando nella serata di lunedì il loro treno si è bloccato alle porte della stazione di Codogno. Un guasto al locomotore ha costretto i passeggeri della Milano-Mantova a restare per un’ora e mezza bloccati sul treno, un convoglio che alla fine della sua corsa aveva sul tabellone un ritardo di 150 minuti. Purtroppo, a bordo si trovava anche un bambino di cinque mesi, che si è sentito male per il caldo: i genitori hanno dovuto chiamare il “118” per soccorrerlo.«Il nostro treno è partito alle 16.20 da Milano Centrale - racconta un viaggiatore -, intorno alle 16.55 è arrivato a Lodi, aveva solo un leggero ritardo ma si iniziava a capire che qualcosa non andava. Quando è ripartito, andava piuttosto piano, poi, a soli duecento metri dalla stazione di Codogno, si è completamente fermato. Non c’era l’aria condizionata e alcuni finestrini non potevano essere aperti. Mi sono spostato nelle diverse carrozze, solo alcuni erano riusciti ad aprire finestrini e porte». I più fortunati sono riusciti a scendere per cercare una boccata d’ossigeno e sgranchirsi le gambe. Tra sospiri e arrabbiature, i viaggiatori hanno cercato di capire il motivo dell’improvvisa frenata. Nessuno, però, sembrava disposto a fornire spiegazioni: «Controllore e capotreno sembravano scomparsi - continua il pendolare -, alcune persone sono andate a cercarli per avere informazioni. Un bambino straniero si è sentito male per il caldo, non era niente di grave ma è stato necessario chiamare un’ambulanza per soccorrerlo».Un guasto al locomotore ha causato la disavventura dei pendolari, arrivati a destinazione decisamente esasperati. «Alla fine un locomotore proveniente da Cremona ci ha praticamente spinti verso Codogno - conclude il passeggero -, siamo scesi dal treno e siamo saliti su un altro convoglio, un locale, che però ha fatto tutte le fermate. Il guaio è che questo treno poteva contenere la metà delle persone, era davvero affollato».I pendolari lo sanno benissimo, i problemi alle locomotive coinvolgono in media tre o quattro treni al giorno lungo i 1.920 chilometri di ferrovie lombarde. Ma è dura farci l’abitudine, soprattutto perchè la situazione sembra proprio non cambiare mai. Fonte: Il Cittadino
«In tribunale contro i disastri e i disservizi targati Trenitalia»
Stufi di viaggiare come bestiame chiuso nei vagoni. Tre pendolari del Comitato di San Zenone hanno deciso di portare Trenitalia in tribunale per far valore i loro diritti: Giusi Messina, Francesca Cristoforetti e Roberta Migliorini si sono affidate all’avvocato di Milano Angelo Musicco per ottenere un risarcimento. Al centro dei loro pensieri, però, non ci sono i soldi, bensì la battaglia per un servizio migliore. «Ho preso questa decisione perchè per me è una forma di protesta - dice Giusi Messina -, voglio che Trenitalia capisca che tutti i giorni alla stazione di San Zenone ci sono delle persone che subiscono ritardi, che viaggiano in condizioni pessime. E ci sono anche io, ho firmato un contratto e pagato un biglietto ma Trenitalia non lo rispetta». Lo stesso vale per Roberta Migliorini, che di certo non si fa illusioni: «Siamo stanchi di restare nell’immobilità più assoluta - commenta -, siamo consapevoli che la nostra azione non cambierà la situazione, ma è giusto che si sappia che tra il braccio di ferro di Trenitalia e Regione Lombardia per il contratto di servizio ci siamo noi di mezzo. È un modo per sensibilizzare i manager, sia quelli dell’azienda sia quelli della regione». Un’azione legale simbolica, insomma, destinata - in caso di vittoria - a lasciare il segno. «Da Trenitalia non abbiamo mai avuto risposte - aggiunge Francesca Cristoforetti -, tutte le nostre richieste sono state ignorate. In più, in questo periodo si viaggia in modo allucinante, tra carrozze senza aria condizionata, soppressioni e ritardi. Noi paghiamo per un servizio che in realtà non abbiamo, è questo che cercheremo di spiegare in tribunale». L’avvocato Musicco si sta occupando di tutte le pratiche, è possibile che la prima udienza sia fissata per settembre. Solo qualche mese fa, un pendolare piacentino ha fatto causa a Trenitalia per “danno esistenziale” e ha vinto la sua crociata. Il legale metterà in evidenza la responsabilità contrattuale dell’azienda, oltre alla responsabilità legata alla negligenza: Trenitalia, con i suoi disservizi, danneggerebbe i diritti costituzionalmente protetti, fra cui la dignità della persona, il lavoro e la serenità familiare. Fonte: Il Cittadino
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