giovedì 25 giugno 2009

«Il killer del mais sta facendo una strage»

Confartigianato e Coldiretti sul piede di guerra per la diffusione della diabrotica, chiedono indennizzi alla Regione.Danneggiato il 90 per cento delle colture, chiesto lo stato di calamità.

Il riconoscimento dello stato di calamità naturale per i terreni coltivati a mais e assediati da diabrotica nelle province di Milano e Lodi. È quello che ieri Mario Vigo, presidente di Confagricoltura Milano e Lodi, ha chiesto nella missiva indirizzata all’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Luca Ferrazzi, proprio mentre Mentre la diffusione dell’insetto killer dilaga e ha raggiunto nelle ultime ore la soglia vertiginosa del 90 per cento delle colture di mais danneggiate in regione. «La coltura risulta danneggiata in modo rilevante da numerosi parassiti, primariamente la diabrotica, ma anche le nottue e numerosi virosi - scrive Vigo -. Non posso non sottolineare che tale situazione deriva in gran parte dall’impossibilità di utilizzare per le sementi i concianti neonicotinoidi, vietati da un decreto ministeriale di settembre 2008 (per scongiurare la moria delle api, ndr)». Con conseguenze, precisa Vico, «preannunciate» da Confagricoltura già «all’uscita del decreto», ovvero «raccolti e introiti assolutamente non remunerativi per i cerealicoltori, con ulteriori elevate perdite di gestione e «un aumento dei costi di alimentazione del bestiame, in una situazione già drammatica per i prezzi della carne e del latte» a danno degli allevatori.Come evidenzia anche Luca Pagliano, direttore della Coldiretti di Milano e Lodi: «Già stiamo attraversando un periodo molto difficile con aumenti dei costi e diminuzione dei prezzi all’origine dei prodotti, l’assalto della diabrotica senza alcun sostegno alle aziende da parte della Regione sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso».Occhi tutti puntati quindi sul Pirellone, cui spetta decidere. La richiesta di Vico è di indennizzi agli agricoltori, tenuto conto tra l’altro degli ulteriori «oneri e costi che le aziende devono accollarsi per i trattamenti contro i parassiti». La risposta della Regione resta al momento cauta, trincerata dietro al necessario distinguo da farsi tra «presenza» e «danno effettivo», ciò che sarà possibile soltanto nel periodo agosto-settembre, quando a parlare sarà la resa dei raccolti. Una prima fotografia dello stato delle cose è però fornita sin d’ora dai rilevamenti Coldiretti: colpite Magenta, Cuggiono, Cusago, Abbiategrasso, Melzo e Melegnano nella tenaglia a stringere la città meneghina, Castelnuovo Bocca d’Adda, San Rocco al Porto, Meleti, Caselle Landi, Maleo, Corno Vecchio, Camairago e Bertonico nelle aree più a sud della provincia di Lodi. Incidenze sono inoltre presenti a Brescia, Bergamo, Cremona e Lecco, restando scoperti - dato questo del servizio fitosanitario regionale - solamente Lecco, Sondrio e Varese. Al momento parzialmente immuni infine le province di Mantova e Pavia.Monitorare dettagliatamente l’intera superficie della regione diventa a questo punto un compito cui gli agricoltori in primis sono chiamati per progettare un intervento immediato a cui fa cenno Pagliano, ma anche per le annate future, non esenti dal rischio di un reiterato contagio. Forte quindi l’appello di Francesca Toscani, responsabile di zona della Coldiretti per il basso lodigiano, a fare pervenire segnalazioni per evitare che l’anno prossimo sia «un vero disastro». Fonte: Il Cittadino

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