Contro i tagli di personale e i mancati investimenti nella produzione, circa 300 lavoratori dei palazzi di vetro sandonatesi targati Eni ieri mattina si sono uniti in un presidio di protesta, promosso in occasione dello sciopero nazionale della multinazionale petrolifera indetto da Cgil, Cisl, Uil e Rsu del comparto chimico. In realtà ad incrociare le braccia, interrompendo il lavoro di scrivania, in base ai dati dei sindacati sono stati circa 500 impiegati, sebbene poi non tutti si siano uniti alla manifestazione. I colletti bianchi hanno formato un corteo che ha attraversato la via Emilia bloccando il traffico, per spostarsi poi da un palazzo uffici all’altro fino ad effettuare una sosta di fronte alla scuola Mattei, dove sembra fosse in corso una cerimonia di chiusura dell’anno scolastico.Per circa due ore , dalle 9 alle 11, il comparto sandonatese dedicato al terziario ha ospitato il dissenso dei lavoratori rispetto a strategie che in base ai diretti interessati si traducono in una forbice che, dopo i tagli del passato, metterà a rischio altri posti di lavoro. I sindacati hanno ricordato in un volantino che «una decina di anni fa Enichem contava in San Donato oltre mille dipendenti, oggi Syndial e Polimeri insieme non superano i cinquecento». Preoccupa anche la forbice riscontrata nel nuovo piano industriale, che sacrificherebbe la ricerca con politiche «di ridimensionamento di numerosi siti Polimeri».Il presidio ha ospitato anche un gruppo di ex dipendenti Enidata (del ramo informatico), che con la cessione del ramo di azienda sono passati alla Eds Servizi Ict - di cui Eni è il principale cliente -, che a sua volta con l’assorbimento da parte di Hp sembra stia tagliando un centinaio di lavoratori.Sebbene questa ultima frangia di organico non appartenga più ad Eni, il loro appello è rivolto anche al colosso in cui hanno lavorato in precedenza, prima della dismissione che, viste le politiche aziendali degli attuali datori di lavoro, sembra si stia traducendo in una raffica di licenziamenti. In una giornata quindi in cui dalle numerose sedi Eni dello stivale si sono alzati segnali di scontento, anche San Donato ha fornito il proprio contributo, con un gruppo di impiegati che ha tenuto alto il clima di preoccupazione che coinvolge numerosi lavoratori della grande compagnia. Fonte: Il Cittadino
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