giovedì 25 giugno 2009

San Donato - Sotto assedio i locali vicino alla stazione

L’amministratore: «Le telecamere non funzionano e le porte del sottopasso sono aperte». La Gargani ammette le difficoltà.Due colpi in un mese alla sala giochi: «In zona non c’è controllo».

Oggi si chiama piazza della Stazione, ma ben più consono sarebbe il nome di “piazza delle Armi” per i continui furti e atti di violenza che si verificano qui. Nello stabile al civico 1, per esempio, sono stati portati a termine a poche settimane di distanza due raid che hanno messo in ginocchio le attività presenti, in particolare una sala giochi: nella notte del 28 maggio sono stati rastrellati soldi e monete per 7.500 euro, nel secondo caso più di 12mila euro di incasso volatilizzati e circa 100mila euro di danni alle macchine da gioco.Il commendator Riccardo Sindoca, proprietario dello stabile e amministratore unico della International pubs & food services, ha denunciato più volte lo stato in cui versa questo quartiere: le telecamere ci sono ma non riprendono, le porte automatiche per chiudere il sottopasso restano aperte, la vigilanza non c’è mai. I carabinieri non possono fare molto, impegnati con pochi uomini su un territorio vasto, ma la politica sì: «Tutti si riempiono la bocca con la parola sicurezza - dichiara Sindoca -. Esiste un’emergenza, ma facciamo in modo che chi cavalca questa battaglia non lo faccia solo per assicurarsi voti. L’unico baluardo della legalità in questo territorio dimenticato sono i carabinieri, ma facciamo in modo di aiutarli. Io mi attengo ai fatti». E i fatti sono riportati con dovizia di particolari in un’ampia lettera di denuncia indirizzata all’assessore alla sicurezza del comune, Simona Gargani, e per conoscenza ai carabinieri della compagnia di San Donato: l’amministratore ha chiesto d’intervenire prima che piazza della Stazione possa rinominarsi “piazza delle ”. «Non permetterò a nessun delinquente di far fallire impunemente la mia azienda - dice -, questa non è una minaccia, bensì una solenne promessa».L’assessore ammette le difficoltà. «La questione sicurezza esiste - spiega - anche perché le leggi attuali sono demotivanti per le forze dell’ordine: dopo l’arresto i delinquenti sono fuori pochi giorni dopo. A San Donato facciamo quello che possiamo con i mezzi a disposizione. Vogliamo fare un patto con il prefetto per “Milano sicura”, abbiamo richiesto l’intervento dell’esercito per la zona della metropolitana». Nel corso del mandato è stato attivato il vigile di quartiere a Poasco, non ci sono campi nomadi abusivi grazie a 22 sgomberi, sono state ripristinate le 14 camere esistenti nel primo anno, un’altra quarantina ne arriveranno su via Alfonsine e via Di Vittorio. Inoltre è stato istituito il terzo turno della vigilanza urbana, che lavora fino alle 24. E, a luglio e agosto, ci sarà da mezzanotte alle 5.50 il quarto turno. Fonte: Il Cittadino

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