Settanta essenze erano state messe a dimora il 13 maggio per ricordare l’artista Joseph Beuys, attivista per l’ambiente.Almeno trenta esemplari bruciati sotto il sole: «Li ripianteremo».
La calura di giugno ha giocato un brutto scherzo alle 70 querce piantumate nella cornice di natura che circonda Rocca Brivio, dove circa una trentina di esemplari hanno già capitolato. Così, gli alberi messi a dimora il 13 maggio scorso durante una manifestazione in ricordo del percorso iniziato dall’artista all’avanguardia del ‘900, Joseph Beuys, sembrano essersi scontrati con un inizio d’estate dove non sono mancate le giornate segnate da temperature ben al di sopra della media. In questi giorni, quindi, i numerosi visitatori in cerca di scampoli dove trascorrere qualche pausa di relax si trovano di fronte a un panorama dove saltano immediatamente all’occhio gli arbusti secchi.«Purtroppo - spiega il direttore della Rocca Brivio Srl, Pietro Gusmaroli - quell’area non è raggiunta dall’acqua, in quanto anche i cavi della zona ultimamente sono secchi. Ci hanno dato man forte i conduttori agricoli confinanti con delle cisterne, che hanno contribuito a salvare il salvabile. Gli alberi già cresciuti, di 3 o 4 anni, che sono stati piantati ad aprile, hanno resistito, gli altri non sono riusciti ad attecchire. Ne sono seccati tra il 30 e il 40 per cento, ma li rimpianteremo».Il vertice della società partecipata dai tre comuni dell’asse via Emilia e dal Tasm (Tutela ambientale Sudmilanese), che detiene il 51 per cento delle quote, si mostra così determinato a reintegrare il parco arboreo con un nuovo tentativo che a questo punto verrà messo in atto nell’autunno prossimo. «Crediamo molto in questo progetto ricco di significato - spiega -, pertanto ci impegniamo a ripetere l’intervento nell’ottobre prossimo, visto anche l’impegno assunto nei confronti degli ospiti, tra cui la contessa Lucrezia de Domino Durini».Insomma, se le promesse di una rigogliosa vegetazione che cresce si sono scontrate con qualche evidente inghippo, dove è complice innanzitutto il solleone, pare in ogni caso che ci siano buone prospettive per una ripresa. Del resto, il potenziale patrimonio arboreo al suo esordio si è già conquistato molti amici, tra cui artisti, associazioni ed enti, con una ricca cordata di personaggi e realtà che si sono fatte avanti per adottare un albero ed essere quindi parte integrante di un’iniziativa dal sapore culturale ma dai risvolti concreti, che guarda al futuro dando un esempio lungo la strada calcata da Beuys.Non resta dunque che attendere la fine dell’estate, nell’auspicio di un autunno con temperature che possano aiutare i nuovi arbusti ad attecchire in un tratto di San Giuliano destinato a trasformarsi in un ombroso angolo in fregio allo storico complesso, fiore all’occhiello del Sudmilano». Fonte: Il Cittadino
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