mercoledì 22 luglio 2009

I Comuni del basso lodigiano - Mairago

Cascina Griona


Mairago è luogo antichissimo, di cui si ha notizia fin dal 69 d.C., anno in cui secondo la tradizione, il vescovo di Pavia S. Siro, si fermò a Mairago per confermare nella fede le popolazioni di quella zona.Nel 725 Liutprando, re dei longobardi, donava le terre di Mairago al monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, che egli stesso aveva fondato nel 723. Nel 1053 esse passarono, con altre, alla canonica di S. Ambrogio in Milano, per effetto di una donazione; successive notizie indicano come feudatari, a partire dal 1189, i vescovi di Lodi. Il duca di Milano Francesco Sforza donò il feudo al suo cancelliere,Cicco Simonetta, che però cadde in disgrazia presso Ludovico il Moro e fu decapitato.I suoi beni, confiscati, passarono nuovamente di mano: li ebbe Giovanni Angelo Talenti, ambasciatore di Ludovico il Moro presso la città di Napoli.Nel 1703 troviamo investito del feudo il marchese Giulio Cesare Vaino, che fu probabilmente l'ultimo signore.Anche Basiasco ha una storia interessante. Il suo nome, presenta il radicale "bas", derivante probabilmente da tedesco wasser, acqua: luogo dove sorge l'acqua.A parte la probabile visita di San Siro del 69, la notizia più antica risale al 25 aprile del 924, quando la famiglia lodigiana dei Vignati acquistò, nella località di Variano presso Belvignate, terre e palazzo della famiglia Sommariva. L'imperatore Federico Barbarossa, però, riconfermò in seguito tutte queste terre ai vescovi laudensi, che le concessero a loro volta in affitto a nobili di loro fiducia.Basiasco fu teatro di due fatti d'arme importanti: il passaggio dei lanzichenecchi, negli anni 1629-31, e la resistenza dell'esercito piemontese contro gli austriaci, nell'agosto del 1848.Mairago è un comune dalla lunga storia, malgrado le modeste dimensioni, e il suo maggior vanto sta nell'aver dato i natali a quattro illustri personaggi, che ebbero gran peso nella storia culturale e politica del territorio lodigiano: un uomo politico, un soldato di ventura, uno scienziato e un artista.Il primo fu Giovanni Vignati, signore di Lodi e di Piacenza, che, pur essendo nato qui, risedette quasi completamente nella sua dimora patrizia di Belvignate, ora poco più che un aglomerato di case coloniche, ma nei secoli scorsi fiorente feudo di una delle più ricche e potenti famiglie laudensi.Il Vignati, ambizioso e audace signorotto di campagna, di parte guelfa ,ebbe il merito di giocare il ruolo di mediatore fra l'imperatore Sigismondo e l'antipapa Giovanni XXIII, ospitandoli in Lodi e preparando il famoso concilio di Costanza, che pose fine allo scisma di occidente. La fama europea procuratasi in quel dicembre 1413 lo rese però inviso ad altri signori, primo fra tutti Filippo Maria Visconti, che prima fece gli uccidere i figli, poi lo imprigionò nel castello di Pavia, dove il Vignati si tolse la vita.Il secondo personaggio illustre è Tito Fanfulla, noto soprattutto per la sua clamorosa partecipazione alla disfida di Barletta, nel manipolo dei tredici cavalieri italiani guidati da Ettore Fieramosca. Figura avventurosa e affascinante di soldato di ventura, la tradizione popolare lo ha da sempre considerato nativo di Basiasco.Il terzo figlio celebre di Mairago è lo scienziato Agostino Bassi (1773-1856). Tipico esponente del secolo dei lumi, aprì al mondo la strada della microbiologia, con pazienti ricerche confortate dal rigoroso metodo sperimentale, specialmente sulle proprietà patologiche di un fungo parassita del baco da seta. Stabilitosi a Lodi in giovane età, qui visse, studiò e morì: è sepolto nella chiesa di San Francesco.Infine a Mairago Nacque Mosè Bianchi, omonimo del più famoso pittore scapigliato di Monza. Di famiglia povera, studiò pittura in un primo tempo a Lodi, quindi riuscì a divenire allievo a Milano del più celebre maestro della pittura romantica, l'Hayez, da cui apprese il genere storico allora tanto in voga. Ma fu anche buon ritrattista e paesaggista, di stile preciso ed accurato. Molto bello un suo autoritratto giovanile , che si trova agli Uffizi di Firenze, ed altre tele (Panni al sole, Casolare di Mairago, Ore tranquille), custodite al museo civico di Lodi.

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