venerdì 16 ottobre 2009

Alto Adige, autarchia energetica grazie ai boschi e all'acqua - Ai Colloqui di Dobbiaco la Provincia autonoma annuncia il piano per la totale eliminazione di fonti fossili entro il 2020. Si punta sulle biomasse, l'eolico, il solare e l'idrogeno di ANDREA DI STEFANO


DOBBIACO - In vista della conferenza sui cambiamenti climatici di Copenhagen, le regioni alpine giocano la carta dell'autarchia energetica. Ad assumere a tutti gli effetti la leadership è l'Alto Adige che ha annunciato oggi ai Colloqui di Dobbiaco, storico evento di dialogo culturale e scientifico sull'ecologia che ha preso il via nella località altoatesina, che la Provincia intende eliminare l'utilizzo di fonti fossili entro il 2020."Attualmente abbiamo già un bilancio intermedio che evidenzia che il 56% del fabbisogno energetico è raggiunto utilizzando fonti rinnovabili - spiega l'assessore all'ambiente e energia della Provincia autonoma, Michl Laimer - il nostro piano è quello di raggiungere il 75% nel 2013 e il 100% entro il 2020. Per fare un raffronto nel 2005 la quota delle rinnovabili in Svezia era al 39,8%, in Finlandia al 28,5%, in Austria al 23,3%, in Germania al 5 e in Italia al 5,2%".Il consumo energetico in Provincia di Bolzano è costituito per il 29% da elettricità, integralmente coperta dalla produzione idroelettrica (930 centrali in tutto, 784 da 220 KW, 116 da 220-3000 KW e 30 oltre 2000 KW per una produzione netta superiore del 50% alle esigenze locali) e per il 71% da domanda termica coperta ad oggi per il 27% con le rinnovabili e il 44% dalle fonti fossili che l'Alto Adige sostituirà integralmente entro il 2013."Non si tratta di un obiettivo ambizioso ma assolutamente realistico - ha continuato l'assessore Laimer davanti alla platea dei Colloqui di Dobbiaco - che la Provincia intende perseguire con l'utilizzo delle biomasse (legname da coltivazioni forestali), l'eolico, il solare e l'idrogeno. Oggi in Alto AdigDOBBIACO - In vista della conferenza sui cambiamenti climatici di Copenhagen, le regioni alpine giocano la carta dell'autarchia energetica. Ad assumere a tutti gli effetti la leadership è l'Alto Adige che ha annunciato oggi ai Colloqui di Dobbiaco, storico evento di dialogo culturale e scientifico sull'ecologia che ha preso il via nella località altoatesina, che la Provincia intende eliminare l'utilizzo di fonti fossili entro il 2020."Attualmente abbiamo già un bilancio intermedio che evidenzia che il 56% del fabbisogno energetico è raggiunto utilizzando fonti rinnovabili - spiega l'assessore all'ambiente e energia della Provincia autonoma, Michl Laimer - il nostro piano è quello di raggiungere il 75% nel 2013 e il 100% entro il 2020. Per fare un raffronto nel 2005 la quota delle rinnovabili in Svezia era al 39,8%, in Finlandia al 28,5%, in Austria al 23,3%, in Germania al 5 e in Italia al 5,2%".Il consumo energetico in Provincia di Bolzano è costituito per il 29% da elettricità, integralmente coperta dalla produzione idroelettrica (930 centrali in tutto, 784 da 220 KW, 116 da 220-3000 KW e 30 oltre 2000 KW per una produzione netta superiore del 50% alle esigenze locali) e per il 71% da domanda termica coperta ad oggi per il 27% con le rinnovabili e il 44% dalle fonti fossili che l'Alto Adige sostituirà integralmente entro il 2013."Non si tratta di un obiettivo ambizioso ma assolutamente realistico - ha continuato l'assessore Laimer davanti alla platea dei Colloqui di Dobbiaco - che la Provincia intende perseguire con l'utilizzo delle biomasse (legname da coltivazioni forestali), l'eolico, il solare e l'idrogeno. Oggi in Alto Adige sono in funzione 63 centrali a biomasse che producono annualmente 350 MWh che serve 10600 utenze allacciate con un taglio di emissioni pari a 48 milioni di tonnellate pari a 139000 tonnellate di CO2: il 15% arriva da legname delle foreste locali e il resto dagli scarti delle segherie ma intendiamo incrementare fortemente la quota derivante dalla coltivazione forestale e per questo l'Associazione per le biomasse sta mettendo a punto un piano per risanare parte del patrimonio boschivo favorendo il taglio delle piante più vecchie e l'avvio di nuova forestazione. Gli altri asset sui quali puntiamo sono il biogas e il fotovoltaico termico". Oggi in Alto Adige sono in funzione 31 impianti che trattano deiezioni animali e rifiuti organici, producono elettricità per 13 milioni di KWh e garantiscono minori emissioni per 9300 tonnellate CO2 risparmiate e 930 di metano. Sul fronte del solare grazie al conto energia negli ultimi due anni si è arrivati a 1068 impianti di pannelli per la produzione di energia elettrica, pari ad un installato di 29000 KW installato, e 17700 installazioni di solare termico: oggi il 50% di tutti i collettori solari in Italia è in Alto Adige per 195000 mq, pari a 40 mq ogni cento abitanti. La Provincia sta siglando un accordo con la Lega dei coltivatori per installare tetti fotovoltaici su tutti i masi dell'Alto Adige. La logica che ispira l'azione in tutto il territorio provinciale è quello che i cittadini producono la loro energia, si abituano anche ad amministrarla e distribuirla. Il caso più emblematico è quello di Dobbiaco dove la centrale a biomasse è di proprietà di una cooperativa costituita dalle 700 famiglie e imprese del comune: tutti sono collegati alla centrale che produce 600000 euro di utili l'anno e l'obiettivo della cooperativa è di acquistare la centrale idroelettrica oggi nelle mani di privati. Nella Provincia operano anche 291 piccoli impianti geotermici e 7 siti che hanno passato la valutazione ambientale strategica dove saranno installate 5000 sonde in grado di intercettare il calore del suolo.Nel migliore dei mondi ambientalmente possibili del nostro Belpaese non manca un piano specifico per l'idrogeno: è stata posata la prima pietra per l'impianto che a Bolzano produrrà il nuovo combustibile utilizzando energia elettrica idroelettrica mentre a Rovereto sarà utilizzato il fotovoltaico e sul valico l'eolico grazie ad un progetto con Tirolo austriaco e Baviera che prevede che distributori di idrogeno in tutte le aree di servizio del tratto dell'autostrada del Brennero da Verona a Monaco.Fonte: La Reppublica.ite sono in funzione 63 centrali a biomasse che producono annualmente 350 MWh che serve 10600 utenze allacciate con un taglio di emissioni pari a 48 milioni di tonnellate pari a 139000 tonnellate di CO2: il 15% arriva da legname delle foreste locali e il resto dagli scarti delle segherie ma intendiamo incrementare fortemente la quota derivante dalla coltivazione forestale e per questo l'Associazione per le biomasse sta mettendo a punto un piano per risanare parte del patrimonio boschivo favorendo il taglio delle piante più vecchie e l'avvio di nuova forestazione. Gli altri asset sui quali puntiamo sono il biogas e il fotovoltaico termico". Oggi in Alto Adige sono in funzione 31 impianti che trattano deiezioni animali e rifiuti organici, producono elettricità per 13 milioni di KWh e garantiscono minori emissioni per 9300 tonnellate CO2 risparmiate e 930 di metano. Sul fronte del solare grazie al conto energia negli ultimi due anni si è arrivati a 1068 impianti di pannelli per la produzione di energia elettrica, pari ad un installato di 29000 KW installato, e 17700 installazioni di solare termico: oggi il 50% di tutti i collettori solari in Italia è in Alto Adige per 195000 mq, pari a 40 mq ogni cento abitanti. La Provincia sta siglando un accordo con la Lega dei coltivatori per installare tetti fotovoltaici su tutti i masi dell'Alto Adige. La logica che ispira l'azione in tutto il territorio provinciale è quello che i cittadini producono la loro energia, si abituano anche ad amministrarla e distribuirla. Il caso più emblematico è quello di Dobbiaco dove la centrale a biomasse è di proprietà di una cooperativa costituita dalle 700 famiglie e imprese del comune: tutti sono collegati alla centrale che produce 600000 euro di utili l'anno e l'obiettivo della cooperativa è di acquistare la centrale idroelettrica oggi nelle mani di privati. Nella Provincia operano anche 291 piccoli impianti geotermici e 7 siti che hanno passato la valutazione ambientale strategica dove saranno installate 5000 sonde in grado di intercettare il calore del suolo.Nel migliore dei mondi ambientalmente possibili del nostro Belpaese non manca un piano specifico per l'idrogeno: è stata posata la prima pietra per l'impianto che a Bolzano produrrà il nuovo combustibile utilizzando energia elettrica idroelettrica mentre a Rovereto sarà utilizzato il fotovoltaico e sul valico l'eolico grazie ad un progetto con Tirolo austriaco e Baviera che prevede che distributori di idrogeno in tutte le aree di servizio del tratto dell'autostrada del Brennero da Verona a Monaco.Fonte: La Reppublica.it

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