Un’oasi di plastica. Al posto del verde si rotola ormai su un tappeto di bottiglie, bottigliette e rifiuti. Lungo le rive dell’Adda, definito un tempo dai lodigiani “il mare dei poveri” nel tratto che si estende tra Lodi e Boffalora, proprio dietro la cava, non c’è pace: ogni anno il cumulo di sporcizia abbandonata dagli “ecofurbetti” (o meglio, dagli incivili) si fa sempre più consistente. Una volta arrivati sul posto, basta proseguire per la piccola strada sterrata che porta in un piccolo boschetto per rendersi conto della situazione. Uno stendipanni fa capolino dall’erba, tutto intorno ci sono borsine di plastica che contengono avanzi di cibo e immondizia. Bottiglie di birra e bottiglie di plastica fanno da contorno, qua e là i resti di falò improvvisati nella notte ricorda ai visitatori le scorribande dei forestieri in cerca di “sballo”. Proprio in questa zona, infatti, più volte si è cercato di organizzare rave party, feste che richiamano centinaia di giovani tra musica sparata a tutto volume e droga. Appuntamenti poi regolarmente sventati dalle forze dell’ordine. L’area rivierasca tra Lodi e Boffalora, inoltre, è particolarmente frequentata durante l’estate: stranieri, lodigiani e numerose famiglie in arrivo dalla metropoli milanese trascorrono il week end sulle rive del fiume. E molto spesso “dimenticano” sul posto spizzichi e bocconi del loro picnic. Invece di portare a casa i rifiuti e ciò che avanza delle grigliate, raccogliendo il tutto in sacchetti di plastica, preferiscono abbandonarli in giro. In ogni caso, in zona non si notano cestini o contenitori, e nemmeno avvisi in diverse lingue per ricordare ai visitatori la buona educazione. L’unico cartello tradotto in inglese, italiano e arabo, è quello che riguarda il divieto di balneazione.Pochi chilometri più in là, sulle rive di Spino, la situazione è molto diversa: proprio all’ingresso dell’area che ospita i “bagnanti”, sono stati posizionati tre cassonetti. Le rive, inoltre, sono state ripulite dopo l’assalto estivo: al di là di qualche pezzetto di plastica, non c’è sporcizia.Fonte: Il Cittadino
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