«Lo stabilimento dell’ex Carta Valori di via Piave si è trasformato in un riparo per senza tetto». L’allarme si alza dai residenti del quartiere di Certosa, i quali negli ultimi mesi hanno notato un andirivieni senza sosta intorno alla struttura ormai in disuso, che ha immediatamente fatto pensare all’insediamento di inquilini abusivi. Nei giorni scorsi è partita una nota diretta all’Urp (Ufficio relazioni con il pubblico), con cui una residente, chiedendo celeri verifiche, ha fatto presente: «Sono ormai molte le segnalazioni di cittadini che hanno osservato diverse persone entrare nello stabilimento dismesso dalla porta secondaria (lato via Greppi) in orari serali e uscirne alle prime luci del mattino. Agli stessi sono attribuibili alcune automobili che vengono parcheggiate poco distante (verso la chiesa di Certosa). Si profilerebbe a questo punto un uso abusivo del fabbricato, con tutte le conseguenze del caso in fatto di sicurezza. Al fine di evitare che le cose degenerino, ritengo opportuno un sopralluogo per valutare la situazione ed eventualmente chiedere alla proprietà dell’area la messa in sicurezza dell’edificio». Agli abitanti della zona non sono sfuggiti gli spostamenti di un gruppo di persone, probabilmente immigrati, che alla sera raggiungono l’area del quartiere in questione intorno alle 22 per poi andarsene al mattino presto. Il timore generalizzato è che in un tratto di San Donato che già risente di una serie di problemi, si inneschi un nuovo angolo di degrado, con il corredo del caso. Se infatti da tempo la gente osserva preoccupata le condizioni in cui versa l’area, in stato ormai di abbandono, che si estende sotto il cavalcavia di via Di Vittorio, ai confini con la stazione, dove talvolta sono state viste persone attraversare i binari, il nuovo giro di persone che nelle ore serali e notturne gravitano intorno all’edificio dismesso suscita nuove preoccupazioni. Del resto, il fenomeno ha già alle spalle numerosi precedenti sul territorio di San Donato, in cui, laddove in attesa degli interventi di recupero e di trasformazione edilizia i proprietari non hanno messo in atto deterrenti anti intrusione, gli stabili si sono trasformati in luoghi di spaccio e in alloggi di fortuna per sbandati. Basti pensare ai ripetuti sgomberi presso Cascina San Francesco, che per la sua collocazione isolata è stata più volte presa di mira da gruppi di nomadi, per passare ad altre strutture in prossimità del centro urbano di Poasco, dove i proprietari hanno dovuto procedere tempestivamente con la messa in sicurezza. È recente inoltre l’esempio degli ex laboratori Eni di via Fermi che, in attesa dello sviluppo urbanistico, in una fase in cui la proprietà è in mano a degli investitori, un gruppo di delinquenti dediti allo spaccio aveva trasformato in una sorta di supermercato della droga. Nella primavera scorsa lo sgombero era avvenuto con un’operazione che aveva richiesto l’intervento di una cinquantina di uomini dell’Arma. Non solo. Prima dell’avvio dei cantieri a poche centinaia di metri del comune, anche presso la ex Baruffaldi erano stati rinvenuti alcuni giacigli. Di fronte a questo quadro, i residenti di Certosa per la ex Carta Valori chiedono risposte tempestive.Fonte: Il Cittadino
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