sabato 9 gennaio 2010

San Donato - In ritardo il piano trasporti dei lavoratori - Il programma di mobilità aziendale è al palo: se fosse attuato risolverebbe i problemi ai dipendenti di una quindicina di ditte - I sindacati dell’Eni a società e comune: «Servono più navette»


«Troppi ritardi per il decollo del piano di mobilità aziendale: la gara era già stata annunciata nel 2008, ne abbiamo parlato con il sindaco Mario Dompè nell’aprile 2009, dopodiché non si è più saputo niente». La protesta si alza dai sindacati dell’Eni da cui scatta un sollecito, rivolto ad azienda e comune, per la messa in moto del nuovo piano di navette. In particolare, l’atteso schema dovrebbe passare attraverso la sinergia di una quindicina di aziende del territorio (tra il Quartiere Affari, il comparto produttivo di via Grandi e quello di via XXV Aprile), le quali dovrebbero allearsi, in un’ottica potenziamento del servizio e di razionalizzazione dei costi. Guardando al progetto che sino ad ora è rimasto sulla carta, in base anche a quanto emerso nell’ultimo incontro tra i rappresentanti dei lavoratori della compagnia petrolifera e il vertice del comune, il nuovo schema prevede: il trasporto di circa 2mila persone al giorno (dei circa 20 mila pendolari che quotidianamente raggiungono questo tratto di hinterland); l’attivazione di 5 linee di autobus aziendali con un aumento di frequenza; l’impiego di 17 mezzi a basso impatto ambientale, al posto dei 30 attualmente utilizzati dal gruppo di principali società insediate sul territorio. Si dovrebbe inoltre aggiungere un servizio di bus a chiamata, per fornire risposte alle esigenze che corrono sull’onda della flessibilità. Inoltre, sempre in base alle prospettive, la nuova rete condivisa da una cordata di colossi del territorio, che sulla mobilità dei loro dipendenti si sono detti pronti a formare un consorzio, il servizio integrato dovrebbe essere potenziato sui palazzi uffici di Bolgiano. E se la metropolitana rimane il principale punto di riferimento, la nuova pianificazione dovrebbe pure puntare ad un’estensione del ventaglio di tragitti, andando a comprendere anche la stazione di Rogoredo. In gioco c’è una gara d’appalto, di cui si dovrebbe occupare il comune, che in base ai conteggi di massima, sarà di oltre un milione di euro. Ma i dipendenti sono stufi di aspettare. Note di scontento per lungaggini eccessive si sono scorte già nel periodico interno Rsu di E&P distribuito a fine ottobre al gruppo di impiegati che fanno capo a questa divisione Eni. In particolare, puntando sui disagi attuali, che dovrebbero essere risolti con il nuovo progetto, in un articolo è stato messo in evidenza: «scarsa capacità dei mezzi (25 posti in generale, ndr) e sovraffollamento degli stessi; assenza di collegamento con la stazione ferroviaria di Rogoredo; numero delle corse insufficiente e con periodi scoperti, specie da e per la sede di Bolgiano». Ecco i principali motivi per cui, secondo i diretti interessati, urgono risposte. «Di promesse ne abbiamo sentite tante - commenta il delegato Cgil di Eni E&P, Gerry Bienati -: il timore è che invece di vedere procedere l’iter verso un risultato concreto, vengano compiuti dei passi indietro».Fonte: Il Cittadino

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...