E adesso la Campagnetta di San Donato sale i gradini delle istituzioni milanesi, diventando un punto interrogativo metropolitano.
Ieri il sindaco Mario Dompè è andato in Provincia, a palazzo Isimbardi, e ha relazionato le commissioni quinta e dodicesima, sulla “cerniera” verde della discordia tra via Di Vittorio e il resto di San Donato. Una prospettiva, l’allargamento del nodo Campagnetta a piani più alti, che non sembra mettere in imbarazzo il maggiore interessato dalla trasferta di ieri, proprio il sindaco. «Ferma restando l’autonomia comunale, se Provincia e Regione sono disposte a mettere in campo risorse e orientamenti per la questione, è solo un guadagno», è stato uno dei passaggi. Dompè, affiancato dal dirigente comunale all’area territorio Alberto Schgor, ha ripercorso origini e possibili futuri della preziosissima striscia dell’ex canale navigabile. Ad ascoltarlo, seduti dall’altra parte della sala, 25-30 sandonatesi che non si sono persi una sillaba. Erano esponenti del comitato “Giù le mani dalla Campagnetta”, esattamente il soggetto che ha richiesto l’audizione, cittadini e anche qualche consigliere comunale d’opposizione intento ad annotare. Tutti in attesa di quel passaggio verbale che potesse far capire dove penderà infine la bilancia: parco o case. Il sindaco, dopo aver premesso che «la politica c’entra eccome coi comitati spontanei», passati pochi secondi è arrivato al nodo: «L’intenzione della giunta è di fare un parco, rendere la zona uno spazio verde a destinazione ambientale, fruibile dalla città. L’abbiamo spiegato tante volte, in consigli comunali e consigli aperti». Il punto però, è parso di capire, non sta nel «se», ma nel «come»: «Abbiamo due sole strade. O lo facciamo noi comune, e allora dobbiamo appostare subito a bilancio i fondi necessari perché poi scadono i vincoli sull’area, oppure ci accordiamo con la proprietà privata per la riqualificazione. Ma al privato non possiamo dettare tutte le condizioni». Dompè anche a Milano ha parlato di numeri pesanti: «È un’operazione minimo da 12 milioni di euro più cinque per attrezzare gli spazi». C’è poi il problema urbanistico della zona Di Vittorio: «Manca un presidio per le forze dell’ordine, manca un centro sportivo, manca una viabilità migliorata. Non si può ignorare l’opportunità di andare a risolvere questi nodi una volta per sempre quando si parla di Campagnetta». Infine, il punto d’aggancio fra realtà sandonatese e milanese, sottolineato anche dall’assessore all’agricoltura Luca Agnelli: «Il parco della Campagnetta sarà sulla dorsale della pista ciclopedonale delle abbazie oppure nasce scollegato? Manutenzione e sicurezza toccano tutte a noi oppure possiamo contare su Milano?». Nel dibattito seguente Bruna Brembilla, ex assessore al territorio, oggi col Pd, chiede di agganciare il dilemma Campagnetta alla Foresta di città. Massimo Gatti (Un’Altra Provincia, Rifondazione-Pdci) chiede «che fine abbia fatto l’ipotesi, prospettata un anno fa, di compensare gli eventuali lottizzatori privati con altre aree sul territorio».Fonte: Il Cittadino
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