Edoardo Bennato ha interrotto un silenzio discografico che durava da cinque anni tornando al rock'n'roll, il suo linguaggio musicale d'elezione, lungo la strada che, all'inizio degli anni '70, lo ha portato a diventare una figura fondamentale della canzone d'autore italiana. "Le vie del rock sono infinite" si intitola il suo nuovo album, 13 canzoni, dove, tra riflessioni private e memorie di viaggio (Cuba e l'Afghanistan), c'é spazio, come sempre, per un ritratto impietoso del nostro Paese.Due sono i brani che ispirano un ragionamento spietato, "Il capo dei briganti" e "C'era un re", da dove, con un occhio alla storia del regno della due Sicilie, si arriva a parlare di mafie. "L'Italia è un Paese ingovernabile e con questa ingovernabilità dobbiamo farci i conti tutti i giorni - spiega Bennato - Ho girato il mondo ma poi quando torno a casa mi rendo conto che Bagnoli è una polveriera - spiega - Parlo di Vittorio Emanuele di Savoia perché il patto di Teano segnò la nascita del brigantaggio, personaggi leggendari che difendevano la povera gente dagli aguzzini e dai tiranni. Sono passati 150 anni dall' unità d'Italia ma oggi nell'ex regno delle due Sicile esiste un'entità, che possiamo chiamare camorra, mafia o 'ndrangheta, che si e' assunta il compito di difendere la gente dagli strumenti del potere che al Sud vengono percepiti come ostili. Ci accingiamo a festeggiare i 150 anni di unità in un caos totale e ormai sappiamo bene che chi si ostina a tentare di governare questo caos in modo tronfio o applicando le regole del più banale patriottismo rischia di farsi male".Quanto alla formula scelta per comunicare contenuti come questi o le conseguenze della Guerra in Afghanistan o l'ipocrisia di un sistema rappresentato in "WannaMarchilibera" le idee sono chiare: "non faccio lezioni di geopolitica e non parlo in aule universitarie: io scrivo canzonette e devo divertire un pubblico che va dai bambini di cinque anni in su". E la linea scelta è il rock'n'roll, non a caso il disco è realizzato insieme a Fabrizio Barbacci, produttore di Ligabue, Gianna Nannini e Fabrizio Renga e collaboratore storico dei Negrita, che hanno messo a disposizione il loro studio. Non solo: tre di loro, Franco LiCausi, Drigo e Cesare Petricich compaiono nella lista degli ospiti che comprende anche Davide Rossi, arrangiatore d'archi di Verve e Coldplay. "Avevo scritto 35 brani e dunque ne ho dovuti scartare molti. Tutte le mie canzoni nascono in inglese ma per un italiano che fa rock'n'roll l'unica possibilità che ha per non sembrare un clone di un inglese o di un Americano è lavorare sui testi". Nel frattempo il 26 marzo andrà a New York per un concerto "nello stesso club dove ha suonato a lungo Jovanotti" mentre ha preparato la versione inglese del musical "Peter Pan".Dei suoi colleghi italiani, I preferiti sono "Francesco De Gregori, Jovanotti, Zucchero, I Negrita e Samuele Bersani". Lapidario il giudizio sul festival di Sanremo dove quest'anno ha partecipato, come ospite della terza serata, per la prima volta in carriera. "E' il circo Barnum degli impresari".Fonte: Ansa.it
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